Ospedale di Rovereto, reparti di eccellenza

Egregio Direttore, ho conosciuto anni addietro l'elevata professionalità e l'eccelsa qualità della tecnologia dei reparti di Cardiologia e Terapia intensiva, avendo i miei figli con problemi elettrofisiologici, indirizzato da altri cardiologi a Rovereto, dove hanno risolto i problemi, mettendoli a loro agio con una professionalità, umanità e competenza fuori dal comune e trattandoli come figli.

A distanza di anni ho dovuto ricorrere alle cure di tali reparti, tutto il mese di novembre e parte di dicembre per 40 giorni persistendo il problema Covid.

Non mi sono mai sentito solo pur non potendo ricevere le visite dei familiari e parenti. Ebbene ho vissuto con una resilienza che non conoscevo e non avevo provato prima. Sono stato accompagnato, durante il percorso di cura e di degenza fino alle dimissioni, dalle altissime competenze dei medici, capi/e sala, personale infermieristico ausiliari e del personale addetto alle pulizie. Tutti i giorni fanno a gara nel privilegiare i rapporti umani, con una dedizione e gentilezza unita alla disponibilità senza fine che fa sentire il paziente persona e non un numero dal posto letto.

Adesso ho sentito il dovere di scrivere questa mia lettera, per elevare queste persone al ruolo che meritano e la riconoscenza della sanità trentina deve a questo nucleo. Non voglio escludere nessuno, ma in primis ringrazio il mio cardiologo, il dottor Domenico Catanzariti, anima del reparto, con tutti gli altri dottori, nessuno escluso, dei quali ho notato l'abnegazione e la presenza nei reparti anche dopo l'orario del proprio turno. Inesauribili, che ti coccolano, consolano. Grazie infinite e buon lavoro.

Con gratitudine non Vi dimenticherò mai.

Giordano Amedeo


 

Nelle nostre strutture ci sono davvero tantissime persone speciali

Amo in particolar modo le lettere come la sua. Prima di tutto perché di solito ci si rivolge all'Adige soprattutto per lamentarsi. E questa rubrica serve in fondo anche a questo: a dar voce a chi spesso non ha voce, a chi non riesce a farsi sentire. Una lettera piena di gratitudine e di bella riconoscenza, un messaggio insomma in controtendenza, diventa dunque ancora più bello.

La seconda ragione che mi spinge ad apprezzare le sue parole in modo particolare è legata invece ad un fatto evidente: in questo momento tutta la sanità vive in trincea, fra mille difficoltà, e anche le cose semplici diventano dunque complicate in quella che è una perenne emergenza.

Trovo dunque magnifico che lei abbia trovato - anche in un periodo così estenuante per tutte le persone che operano nel mondo della nostra sanità - tutta questa umanità, tutta questa professionalità, tutta questa solidarietà. È proprio di una sanità dal volto umano che abbiamo bisogno ogni giorno ed è una fortuna poter dire che nelle nostre strutture ci sono davvero tantissime persone speciali.

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