In questa mediocrità mi tengo la dignità

Se per fare il ministro, in Italia, basta la terza media, meglio tenersi stretta la dignità. Lo dice un nostro lettore, risponde il nostro Direttore.

In questa mediocrità mi tengo la dignità

Gentile direttore, dopo aver vissuto per quasi mezzo secolo nella scuola, ho capito quali sono i mali che la minano da sempre e ho cercato mille volte di dare dei suggerimenti per migliorarla, ma mi sono trovato sempre davanti un mostruoso muro di gomma che mi riporta una brutta verità: taci, piccolo uomo! Allora le parlerò della mia mediocrità.
Anni fa mio figlio è riuscito a strappare coi denti il diploma di geometra. Non dico la gioia che ho provato! Sapevo che mio figlio aveva conquistato un pezzo di carta che gli permetteva di far parte del grande gruppo dei disoccupati diplomati, eppure la gioia che ho provato è stata davvero grande. Ho festeggiato a lungo l’evento, fino a quando non è emersa la verità che già conoscevo: quel diploma valeva meno della carta igienica. Ed ecco che mio figlio, con mia grande gioia, decide di laurearsi per avere il privilegio di far parte del già folto gruppo di laureati disoccupati ma, essendo meno mediocre di me, dopo un anno ha cambiato idea. E confesso che ho provato dolore. Sapevo che per fare il ministro in Italia basta la terza media, eppure volevo provare l’insana gioia di avere un figlio laureato e disoccupato. Non racconto balle: guarda che sono così mediocre che avrei toccato il cielo con un dito se mio figlio avesse conquistato il bollino di dottore. E non è finita qui.
Sono certo che se avessi un altro figlio cercherei di provare con lui le stesse immense gioie che fanno di me un uomo piccolo piccolo... Parlo di quest’amara verità per far capire il dolore che provo nel vedere che l’Italia è piena di mediocri felici e orgogliosi di essere mediocri. Ma non dirò mai che sono felice di essere mediocre. Non dirò mai che godo nel far parte di questa massa oceanica di mediocri che godono nel farsi governare da individui o disonesti, o incapaci di amministrare un condominio, o la propria famiglia. In questa Italia è sempre più difficile conservare un pizzico di dignità, ma io a quella non voglio rinunciare.

Angelo Casamassima Annovi


 

Se la tenga stretta, la sua dignità

Generalizzare, come non mi stanco di dire, è sempre sbagliato. Ma è innegabile: in giro c’è tanta mediocrità. In un editoriale di qualche tempo fa avevo osato parlare addirittura di mediocrazia, perché il sacco va sempre preso dall’alto e in alto i problemi davvero non mancano (anche perché la società s’è sempre più allontanata dalla politica).
Negli anni non abbiamo certo spiccato il volo. Però non confonderei una certa politica (c’erano, per dire, più ministri laureati nei governi di 70 anni fa) con una società che conquista più titoli ma che ciò malgrado (e qui sta il vero problema) non trova lavoro. Il problema non è dunque quello della formazione - spesso, peraltro, purtroppo scollegata dalle vere esigenze della società -, ma quello degli sbocchi. Delle opportunità. Non mi stanco di dire che la politica non crea (direttamente) lavoro, ma può offrire a chi il lavoro lo crea e lo può letteralmente inventare le giuste opportunità, le idee rivoluzionarie e la necessaria fantasia. Infine, non me la prenderei con gli elettori o con i cittadini. È vero che certi soggetti li votiamo noi, ma è anche vero che in molti casi ci vengono di fatto imposti da regole elettorali che vanno riprese in mano. Ma questo è il Paese in cui delle riforme si parla. Di riforme reali ne vediamo infatti ben poche, purtroppo. Tra il dire e il fare... Fa infine benissimo a non rinunciare alla sua dignità: è e resta infatti la cosa più importante che ci possa essere.

lettere@ladige.it

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