Io sempre coerente nella difesa della vita

Caro Direttore, dopo una giornata di lavoro agricolo leggo il giornale che lei dirige e vedo che scommette su una mia replica di 100 righe a un rilievo del dottor Antonio Pedrotti a esponenti del Movimento per la Vita, che si preoccupano solo di chi deve nascere, senza estendere l'attenzione a tutto l'arco della vita. Lei scrive che l'accusato sarei "palesemente" io.

Prima di leggere il suo commento non me ne ero accorto. Mi preoccupa il fatto che non mi accorga neppure di ciò che è palese. Ma qualche scusa me la conceda. La prima: sono stato tra i fondatori del Movimento per la Vita a Trento all'indomani del referendum sull'aborto, ma non ne faccio parte da almeno trent'anni. L'indiziato è qualificato anche come militante per anni in file non definibili come "integraliste cattollche".

Non ho mai militato in file che non siano ispirate al pensiero sociale cristiano, prima nell'Azione Cattolica e nella Fuci-Auct, nel movimento Oasi, poi nell'Associazione Trentina della Famiglia e nel Sindacato delle Famiglie. Politicamente ho militato nel Movimento Popolare e poi nella Democrazia Cristiana, nel Ppi, nel Cdu, nel Centro-Upd diventato poi Centro Popolare ed ora di nuovo anche nella Dc. Sul tema del diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale tutte queste organizzazioni non hanno mai avuto esitazioni. Spero che Lei mi illumini, per farmi capire meglio dove sbaglio.

A parte ciò, al dottor Pedrotti vorrei dire che è vero che il Movimento per la vita si occupa dell'aiuto alle donne che hanno difficoltà nel portare a termine una gravidanza, ma lo fa perché l'essere umano ancora nel grembo materno è in un momento di grande debolezza, in tutto dipendente dalla madre: da lei dipende la sua vita o la sua morte. Un momento di grande debolezza è anche quella del malato grave senza speranza di guarigione e certamente il Movimento per la vita è attivo nell'evitare che si pratichi l'eutanasia o l'aiuto al suicidio. Tutta la vita merita tutela, ma non vedo incoerenze se un movimento si occupa soprattutto di chi vede la sua vita in pericolo di morte senza essere neppure in grado di attivare le minime tutele. Che poi questi temi siano posti all'attenzione nei momenti elettorali, mi sembra del tutto ovvio: è importante che quando si vota lo si faccia avendo chiaro se il candidato sia impegnato a difendere la vita di ogni essere uomo. La ringrazio per la pazienza che ha nell'affrontare il rischio di avere mie lunghe lettere e di pubblicarle. Cercherò di non disturbarla più di tanto.

Renzo Gubert


Mi accontento di dialogare

Non mi disturba. Aspettavo, come sa, questa sua nota. E la stupirò anche dicendole che io non posso illuminarla. Per due ragioni.

La prima è che non sono così presuntuoso da pensare di poter illuminare qualcuno: mi accontento di dialogare, offrendo semmai qualche spunto e magari anche potenziali idee alternative rispetto all'uno o all'altro ragionamento dei lettori. La seconda è che penso che lei faccia benissimo a fare ciò che fa: rappresenta fieramente una parte e l'ha fatto, anche in partiti che cercavano di mettere insieme parti anche molto diverse fra loro (la Dc, ad esempio), con una sua ferma coerenza, anche quando questo l'ha resa impopolare, per non dire urticante.

E il giornale non ospita le maggioranze, ma anche le tante minoranze, i colori nitidi e le sfumature. Com'è giusto che sia. Quasi mi dimenticavo: a mio avviso anche lei s'è riconosciuto, forse insieme a un paio di compagni di viaggio, nell'identikit del dottor Pedrotti. Ma non vorrei darle l'impressione di voler avere sempre ragione.

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