La fortuna di vivere un lungo periodo di pace

Ricordiamoci quanto siamo fortunati a non aver conoscoiuto la guerra: la lettera di un nostro lettore.

La fortuna di vivere un lungo periodo di pace

Caro direttore, sono nato il 3 settembre 1943, il giorno in cui il governo Badoglio firma a Cassibile (Siracusa) l’armistizio con gli alleati. Sono trascorsi 77 anni da quella data e 75 anni dalla fine della guerra. Un periodo di pace per l’Europa e per l’Italia, dopo due guerre mondiali che, nel giro di 31 anni (1914-1945) hanno provocato circa 76 milioni di morti e oltre 20 milioni di feriti.
Il sottoscritto e la mia generazione dell’Europa abbiamo vissuto il più lungo periodo di pace della storia. Credo sia utile ricordare ogni tanto questi numeri e queste date perché, senza memoria, non c’è futuro.
E vorrei aggiungere un altro dato, a mio parere, di grandissimo valore, che mi ha suggerito il signor Massimo Moretto e cioè «penso di essere un fortunato vincitore della lotteria della libertà, visto che sono nato in quel 5,7% di popolazione mondiale che vive in uno stato di democrazia» (Corriere della Sera, 29 agosto 2020, pagina 35).

Renato Lochner


 

Non perdiamo la memoria del passato

Mi piace molto il concetto della lotteria della libertà. Ed è effettivamente un concetto che si tende o a dimenticare o, ancor peggio, a dare per scontato, per acquisito. Se a questo aggiungiamo che tendiamo a perdere memoria (individuale e collettiva), facendo ben poco per tener vivi i ricordi e per collegare ciò che accade oggi con ciò che è accaduto ieri, ci rendiamo conto di quanto sia difficile non solo comprendere il presente, ma anche apprezzarne il valore. Ricordiamoci dunque le date e ricordiamoci ciò che quelle date hanno prodotto, sofferenze e grandi passi avanti inclusi. E teniamoci stretta la pace.

lettere@ladige.it

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