Quei manifesti, l'offesa a Corrado e la politica che urla

La memoria di un giovane di Gardolo infangata da un vigliacco manifesto elettorale: la lettera di una lettrice.

L’offesa a Corrado e la politica che urla

Gentile direttore, sono convinta che c’è modo e modo per “ferire” una persona, e non sto ad elencare. Un modo per annientare un’intera famiglia già provata da diverse vicissitudini dolorose è quello usato da Devis Paoli e Devid Moranduzzo. Infierire con bassezza per dare voce e voti all’ideologia di appartenenza è da codardi e da persone senz’anima.

Di certo non sono obiettiva: conosco la famiglia Gilli da sempre. Amica dei genitori di Corrado da tanto, ho potuto constare - come gran parte dei residenti nel sobborgo - la generosità e l’accoglienza verso gli altri di Emanuela e Renzo, come dei figli. La loro vita è stata devastata alla stregua di Giobbe. Eppure… E due bamboccioni hanno rivoltato il coltello nel loro cuore e nei loro sentimenti agghiacciando all’estremo il loro vivere, quando per loro ogni giorno è un impegno costante sopravvivere.

Non è solo colpa dei due “fac-simile” di politici, ma del livello a cui è arrivata la politica. Spianare tutto ciò che è sulla strada pur di vincere, pur di avere una sedia in Circoscrizione, uno scranno in Comune, una poltrona nella Capitale.

C’è il detto che la politica è un’arte! Di questi tempi è un’offesa all’arte in tutte le sue sfumature.

Se siamo arrivati alla disaffezione riguardo alla politica c’è da richiamare tutti i comparti. Nessuna preparazione: ci vuole una laurea per poter inviare un curriculum di riguardo e sperare nell’assunzione. E la politica che “governa” il vivere comune? Chiudo con un abbraccio alla famiglia Gilli, encomiabile, e auguro un cambiamento di rotta ai due scriteriati autori dell’episodio perché prima o poi la vita, il destino o chi altro, chiederà il pareggio di bilancio.

Maria Manincor


Prendiamo le distanze da quel gesto

Pubblico le sue parole, anche se la durezza di qualche passaggio mi fa pensare che quando si ha ragione - e lei e la famiglia Gilli avete ragione da vendere - non si debba comunque mai andare oltre. Non serve infatti parlare di bamboccioni. È possibile prendere le distanze da quel gesto, che resta assurdo, violento e inqualificabile, con garbata fermezza.

In tal senso, ho davvero molto apprezzato le parole delicate della famiglia Gilli e anche quelle delle tante persone che mi hanno scritto riservatamente non solo per difendere Corrado e la sua memoria, ma anche per domandarsi, come ha fatto lei, che fine stia facendo la politica. Io continuo a pensare che non ci sia una sola politica: c’è la politica dell’urlo, della parolaccia, della facile battuta. E c’è la politica che sa guardare lontano, mettendo il futuro al centro del presente, rischiando persino l’impopolarità.

La prima a volte vince sui cento metri, ma a restare, nel tempo e nei ricordi, è la seconda. Quella che non pensa all’emozione, ma all’evoluzione della società.

lettere@ladige.it

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