I ritardi dell'Inps: mi sento abbandonato

Lettera al giornale

E gregio direttore, mi permetto di scriverle per manifestarle il forte senso di impotenza di chi come me, è in cassa integrazione da quando è scoppiata la pandemia. Questo senso di impotenza è potenziato sia dalla totale assenza di risposte da parte dell'Inps malgrado gli innumerevoli solleciti, sia dal dover constatare che le testate giornalistiche non stanno dando alcun risalto a una situazione gravissima in cui si trovano migliaia di lavoratori. L'Inps infatti dopo la propaganda del primo mese, non ha più liquidato un solo centesimo (non ha pagato maggio, giugno, luglio...) e ricorrendo ai canali di comunicazione istituzionali si ricevono solo risposte insensate e che sembrano essere frutto di un semplice copia-incolla. Nel mio caso specifico, malgrado la direzione di Bolzano abbia già autorizzato il pagamento della cassa di maggio in data 12 luglio, a distanza di un mese e mezzo non ha ancora provveduto al pagamento.

Luca De Paolis


 

Questi ritardi stanno diventando un virus

Cerchiamo di parlarne spesso, ma questa sua lettera ci spingerà a farlo di nuovo e, soprattutto, spingerà chi la legge a fare in modo che non passi tutto questo tempo fra l'autorizzazione e il pagamento effettivo. Capisco molto bene il suo senso di impotenza e so che tante persone, come lei, stanno soffrendo in silenzio, chiedendo aiuto ad amici e parenti.

Questi ritardi stanno diventando un virus capace di corrodere una società che ce l'ha messa tutta per superare questa situazione difficile. E questo non si può accettare.

lettere@ladige.it

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