Voterò al referendum ma non per il sindaco

Collizzolli non vota il sindaco, il Direttore gli risponde. 

Voterò al referendum ma non per il sindaco

Gentile direttore, i prossimi 20 e 21 settembre mi recherò alle urne perché il diritto di voto è il diritto che assicura a un individuo la possibilità di manifestare la propria volontà durante un’elezione. In molti Stati del mondo è un diritto costituzionale. Prima dell’introduzione del suffragio universale il diritto di voto era limitato per censo o per cultura. Voterò No al referendum anche per mantenere questo diritto.
Non ritirerò invece la scheda per la votazione del Sindaco di Borgo Lares ove purtroppo come in altri 56 Comuni trentini (il 35%) è presente un’unica lista, in molti casi con il Sindaco che si ripresenta per la seconda o terza volta.
A che pro? Votare per un Sindaco che entrerà nel trentacinquesimo anno di “comando” (con 5 anni di “relativa” pausa)? Sicuro della sua rielezione? Borgo Lares ormai, è stato trasformato in una specie di “maso chiuso” ove il confronto e le contrapposizioni sono state da tempo soffocate e abolite. La stessa persona possiede dal 1990 le “chiavi” del potere e anche dell’edificio comunale, che, possiamo starne certi trasmetterà alla propria discendenza, alla faccia della rotazione dei poteri.
Borgo Lares è una piccola (gelida visti i metri cubi di neve prodotta annualmente) repubblica tipo Corea del Nord, con ingenti somme investite in decine di opere pubbliche e gestite dall’alto “dell’esperienza” maturata in trent’anni di potere assoluto.
Non vi è nel mio Comune il “sale” della democrazia, ovvero la possibilità di critica e la relativa partecipazione, tanto vale astenersi da questa ridicola messinscena. E magari ci pensino quelli cui stanno a cuore le sorti e il futuro del Trentino: senza confronto e partecipazione si va verso la democratura che è prossima alla dittatura.

Aldo Collizzolli - Borgo Lares

Chi non scende in campo non ha ragione

Il suo giudizio, anche se pensarla in modo diverso è il sale (e il bello) della democrazia, mi sembra a dir poco ingeneroso. Mi aspettavo che la sua corrente - se così posso definirla - fosse viceversa in grado di proporre nomi alternativi e una lista capace di contarsi e di contare, per cercare di governare. Allargando il discorso agli altri Comuni trentini nei quali si presenta una sola lista sono portato a dire che per fortuna c’è ancora chi ha voglia di impegnarsi per il bene comune. Fatico a dire che ha ragione chi non scende in campo - chi non riesce insomma a costruire un’alternativa - e torto chi invece ci prova o ci riprova per l’ennesima volta. La democrazia, ma è inutile spiegarlo a lei, prevede anche che vi siano delle maggioranze e delle minoranze e sono le prime - grazie al voto del popolo - a governare. Il voto - non solo quello referendario - è infine l’unico momento in cui si può contare e ci si può contare.
Il “sale” della democrazia è nel voto (e anche nella costruzione di liste, nella scelta di candidati, nell’individuazione di un potenziale sindaco), non nella scelta di non condire il piatto.

lettere@ladige.it

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