Gli errori dello Stato e l’attacco ai Benetton

Lettera al giornale

Gli errori dello Stato e l’attacco ai Benetton

Caro direttore,
non sono un fan del gruppo Benetton che si è fatto largo con iniziative futuristiche e azzardate.
Al di là della fashion originaria.
Non sono neppure un fan di Oliviero Toscani e come creativo non l’ho mai apprezzato.
Forse sono fan di Missoni, dei “magliari” veneti che presero vie diverse e successi diversi.
Però, non apprezzo che gli errori dello Stato del passato abbiano un preciso nome cognome.
L’errore italiano è di aver dato in concessione le vie di sviluppo nazionale a privati con i soldi alla mano: quando fu costruita la “Autostrada del Sole” la politica italiana affermava che dopo 20 anni le nostre autostrade sarebbero state del tutto gratuite come è poi avvenuto per Austria e Germania.
Lo ricordate il ministero delle Partecipazioni Statali?
Con queste premesse, come cittadino e una volta piccolo privato imprenditore, per il diritto privato un socio non è responsabile delle decisioni della società della quale è socio, anche maggioritario.
Sono responsabili i diversi manager che oltremodo creativi non hanno capito bene i doveri che avevano.
Poveri Benetton che in pochi mesi si sono presi molte delusioni, compreso il bravo Oliviero e, in passato, le lucertole verdi in Formula 1.
Non ho capito bene le alchimie dello Stato e della azienda.
Nessuno ricorda che sulle autostrade tutti i grill “Spizzico” e altri con diverso marchio sono di queste società. Come nessuno ricorda che tutti gli “United Colors” venivano per la maggior parte da Bangladesh, India ecc.
Ed è subito sera! Almeno per il nostro insonne Consiglio dei Ministri.

Giuliano Fago Golfarelli


 

E' un classico italiano individuare un mostro

Devo dire che, al di là di responsabilità in parte ancora da accertare, questa personalizzazione ha stupito anche me. Però è un classico italiano: serve sempre cercare e individuare un mostro. Serve sempre trovare il responsabile di ogni nefandezza. E un nome si trova quasi sempre.
Trovo che sia giusto porsi domande sulla gestione di un bene di grande importanza, ma trovo meno giusto che si continui a cambiare idea (tutto pubblico, tutto privato, tutto misto, tutto da inventare ogni volta), così come trovo assurdo che per una ragione o per l’altra determinate scelte politiche finiscano per pesare solo sulle spalle dei cittadini. Se penso a come, negli anni, si sia gestita la vicenda Alitalia mi vengono i brividi.
Tu citi l’Austria e la Germania, ma noi siamo e restiamo l’Italia e raramente riusciamo a mantenere le promesse, così come raramente riusciamo a gestire pubblicamente strutture che anche i privati faticano a gestire.
Una cosa è il welfare - come ben ha dimostrato anche l’emergenza sanitaria - ma ben altra cosa sono molte altre aziende, che, come ben sai, come aziende (e non come carrozzoni dove magari piazzare gli amici e gli amici degli amici) andrebbero appunto gestite.

lettere@ladige.it

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