Giochino: i provinciali sono davvero parassiti?

La lettera al giornale

Giochino: i provinciali sono davvero parassiti?

Caro direttore,
sono un dipendente provinciale e mercoledì 1 luglio ero a protestare davanti alla sede della Provincia autonoma per i noti problemi. Quindi non li ripeterò.
Ma dal momento che il cittadino medio, peraltro non sempre elettore (male, si deve votare!), mi dicono abbia bisogno di messaggi semplici, proporrò un gioco, nel solco dell’imparare giocando, di moda esattamente da quando ho smesso di studiare, una vera fregatura, prima s’imparava soffrendo! Essendo della stessa generazione, tu sai, Direttore, di cosa sto parlando. Dunque, imparare giocando. Propongo quindi un divertente (?) questionario, con il punteggio ed i risultati finali nel prossimo numero... Via! In una società evoluta...:
1) È parassita un infermiere del pubblico (forse 1.600 euro mensili) o chi propone videopoker?
2) È parassita un geologo provinciale (1.700-1.800 euro?) che controlla smottamenti e frane oppure chi propone in TV gioielli al prezzo dei bulloni?
3) È parassita l’artigiano che si fa pagare in nero «perché se no l’è de pu’» oppure l’impiegata della Provincia Autonoma che si paga la connessione del personal computer di casa e manda avanti, invisibile ma presente, la macchina amministrativa?
Aiutino da casa: i dipendenti pubblici sono negli asili, negli ospedali, nelle scuole, sulle strade a spargere il sale sul ghiaccio, a promuovere il territorio, a sostenere tutte gli interventi che la politica decide...
Secondo aiutino da casa: è possibile consultare la Treccani alla voce “politica”.
Buon divertimento!


Marco Franceschini


 

Sta accadendo una cosa pericolosa

Prima di tutto grazie: perché mi hai fatto sorridere. Poi, più seriamente: sta accadendo una cosa non solo sgradevole, ma anche pericolosa; perché con una serie di atteggiamenti il governo della Provincia - non difendendo i propri dipendenti e inventandosi orari assurdi, senza rendersi conto d’aver sperimentato in questi mesi diverse forme di lavoro - sta facendo pensare a tutti gli altri lavoratori che i provinciali neccessitino, per ragioni oscure, di bastonate.
Il messaggio che passa - al di là delle cose già dette sui buoni pasto, che sembrano l’unica cosa in grado di salvare i bar - è uno solo: i provinciali sono dei privilegiati e dunque adesso li sistemiamo noi.
Una cosa va detta: in un momento difficile come questo, nel quale molti non prendono lo stipendio e vivono difficoltà pazzesche, c’era già il rischio che qualcuno considerasse tutti i dipendenti pubblici - inclusi quelli che ci hanno salvato la vita in questi mesi - dei privilegiati. Con determinati atteggiamenti, la giunta provinciale rischia di certificare questa (errata) sensazione. Ma è un tema sul quale tornerò, perché un’amministrazione, per dimostrarsi vicina al cittadino, dovrebbe fare ben altre scelte.

lettere@ladige.it

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