Io, anziano, fra virologi e giovani maleducati

La lettera al giornale

Io, anziano, fra virologi e giovani maleducati

Caro Direttore, chi Le scrive ha già una certa età, ma se sento ancora un medico, un professore, un qualsiasi politico, dire in questi giorni, per tranquillizzare gli italiani sul coronavirus, che non è più cosi letale e che sta sparendo, che sono morti solo vecchi e che sarebbero morti comunque, giuro che lo vado a cercare. Perché secondo me è stato e continua a essere l’argomento più squallido su di un virus così letale e che tanta paura ha provocato e ancora fa.
Tutti questi virologi intervistati ora cercano solo visibilità mediatica, dicendo “bestialità” così («Tanto anch’io morirò»); questo disprezzo per le persone e per il dolore di chi ha perduto i propri cari, è indice di una culturale che sta pervadendo la nostra società, e purtroppo pure la classe medica. Soprattutto avere sentito queste parole dalle autorità sanitarie pubbliche come da cattedratici che poi sono magari gli stessi che in autunno ti consigliano di fare il vaccino anti-influenzale. Ora in questi giorni che si sta tentando di, per cosi dire, aprire le gabbie a tutti, questa frase del «tanto muoiono solo i vecchi» viene spesso ripetuta da alcuni giovani fermati nei controlli sul mancato rispetto delle regole e normative emanate dalle autorità competenti, onde cercare di non far ritornare questo “killer”.

Per via delle mie passioni, ho fortunatamente sempre frequentato anche i giovani, ma questo non significa che oggi li possa giustificare se non rispettano le regole contro il coronavirus. Ma li capisco. Dato che pure loro avranno assistito alle uscite sconsiderate di tutti questi professoroni. Non uno che abbia detto la stessa cosa dell’altro. Gli anziani, carissimi giovani, sono per voi un valore aggiunto. Un capitale da mantenere in “cassaforte” per un tempo più lungo possibile. E non sono per nulla solo un costo. Voi giovani ricordate: siete nati dagli anziani. Avete imparato dagli anziani. Siete stati cresciuti e mantenuti dagli anziani. Perciò riconoscete e rispettate gli anziani. Sono la vostra esistenza e pensate soprattutto che ci arriverete, ve lo auguro, anche voi. Perciò portate pazienza ancora un po’, rispettate le regole e vedrete che tutto tornerà come e forse meglio di prima. Almeno, me lo, e ve lo auguro.

Vittorino Veronese


 

Vivere sì, ma senza abbassare la guardia

Primo: effettivamente parlano troppi esperti e alcuni se ne escono con dichiarazioni che possono anche avere un senso a livello scientifico, ma che creano solo panico, eccesso d’entusiasmo  e comunque sempre mancanza di chiarezza in chi le ascolta senza avere tre lauree in medicina.

Secondo: i giovani (ma anche su questo termine dobbiamo intenderci, perché io vedo molti quarantenni che non indossano la mascherina e che non rispettano gli anziani) non sono tutti come quelli che, giustificandosi perché stavano vicini e senza mascherine se ne sono usciti con la frase mostruosa: «Tanto muoiono solo gli anziani». Serve un nuovo patto generazionale, in questa emergenza. Serve rispetto per chi è venuto prima di noi, per chi - non certo senza grandi sacrifici - ha costruito il mondo nel quale viviamo. E serve usare le parole col garbo dovuto.

Terzo: molti scienziati, infine, dovrebbero fare qualche tampone, qualche esame e qualche ricerca in più e qualche intervista in meno. Ma il narcisismo travolge quasi tutti in queste circostanze.

Quarto: giusto iniziare di nuovo a vivere, ma sbagliato abbassare troppo la guardia.

lettere@ladige.it

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