Scuola, le parole frustranti della ministra Azzolina

La lettera al direttore

Scuola, le parole frustranti della ministra Azzolina

Caro Direttore, Le scrivo per distrarmi un po’, come diceva Dalla, ma in realtà vorrei porre con forza al centro dell’attenzione un aspetto dell’attualità tanto grande da non essere visto quasi da nessuno. Chi si muoverà più a lungo nella realtà post Covid-19? Che cosa dovrà sapere e fare? Sarà decisivo un atteggiamento che aspetta aiuto dagli altri e viene sollevato dal dovere di impegnarsi al massimo delle sue possibilità o quello che invece attiva le proprie capacità condividendole con altri? I nostri giovani, i nostri studenti con la loro morale e le loro competenze sono i destinatari principali di queste domande. Eccomi quindi al punto: la scuola. Ho aspettato alcuni giorni dopo la presa di posizione del Ministero dell’Istruzione per voce della ministra Azzolina. Le dichiarazioni della ministra hanno avuto sull’impegno di noi insegnanti e di molti studenti lo stesso effetto che hanno avuto le parole di Christine Lagarde sulla borsa di Milano. Eppure... silenzio. In queste settimane noi insegnanti abbiamo fatto appello al senso di responsabilità degli studenti - e al nostro - per reinventare una didattica efficace che possa trasformare il tempo di reclusione obbligata in formazione ed energia per questo difficile futuro che ci aspetta. Insomma abbiamo cercato con la massima energia di vivere ciò che la scuola deve essere in uno stato moderno inserito in una grande comunità come è quella europea.
Il messaggio che è arrivato dal ministero invece è stato frustrante per chi - con ovvie difficoltà - sta animando questa macchina della didattica a distanza. Cosa sarà del lavoro svolto nei 6 mesi precedenti? Vanificato? Si può a ragion veduta affermare che nessuno sarebbe stato “punito” per non aver avuto i mezzi atti a partecipare a questa didattica. Purtroppo il messaggio - quanto anacronistico lo capiremo forse solo in futuro - del nostro Ministero dell’Istruzione è stato quello di “punire” gli sforzi di chi ce la stava mettendo tutta riuscendo a mantenere un buon livello di formazione (parlo di studenti ed insegnanti). Il messaggio del Ministero è stato quello di dire “non preoccupatevi, tana libera tutti”. Oggi che riprendo le lezioni a cosa devo fare appello se non al famoso “resistere, resistere, resistere”?

Andrea Bovo


 

L'ho vista in difficoltà


Mi pare che abbia un po’ corretto il tiro. Ma l’ho vista in difficoltà anche lunedì, dopo il consiglio dei ministri. Del resto, si trova di fronte a qualcosa di gigantesco, complicatissimo da gestire anche in assenza dei problemi - che invece ci sono - legati ai supporti tecnologici che dimostrano ancora una volta quanto il nostro sia un Paese a più velocità (o a più lentezze, se preferisce). Lei su che soluzione punterebbe? Infine, adoro Dalla e ho molto apprezzato la sua citazione dell’anno che verrà. Già, chissà come sarà, l’anno che verrà...

lettere@ladige.it

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