Sul presidente Conte giudizi ingenerosi

La lettera al giornale

Sul presidente Conte giudizi ingenerosi

Caro direttore, leggo sull’Adige del 15 marzo un tuo giudizio sull’operato del presidente del consiglio che mi pare decisamente sbagliato. Nel tuo fondo dici: «Il presidente del consiglio Conte, indeciso e goffo come pochi, fatica davvero a trasformarsi da Medioman in Superman e si ostina a dirci alle 22 cosa dobbiamo fare a partire dalle 6 della mattina successiva».

Questo giudizio mi pare ingeneroso, ma - cosa molto più grave - anche molto superficiale e fuorviante. Mi spiego. La prima questione è l’indecisione. Tu, io, tutti noi cosa avremmo fatto di fronte ad una situazione mai vista, che ha la potenzialità immediata e concreta di disgregare il tessuto sociale fin nelle sue fondamenta? Quanta rapidità e chiarezza avremmo, dovendo prendere decisioni che mettono a rischio gravissimo la nostra economia, che modificano radicalmente il nostro modo di vivere, comprese le regole fondanti della nostra democrazia? Tutto questo avendo pochi elementi di valutazione e nemmeno tanto certi?
Siamo proprio sicuri che saremmo decisi, lucidi e senza dubbi? Ma soprattutto, siamo proprio sicuri che riusciremmo a mantenere la calma e avremmo la lucidità di riflettere un attimo prima di decidere?

Ecco, mi pare che il pregio maggiore di Conte (di cui, ti assicuro, non sono normalmente una fan sfegatata) sia stato proprio quello che tu chiami indecisione. Che per me, invece, è stata - in buona parte - la capacità di fermarsi un secondo a riflettere e, credo, soppesare i consigli degli esperti, non sempre un coro unanime. Trovo grave che nella tua posizione tu non sappia vedere questo aspetto. Perchè in questo momento dobbiamo - dobbiamo, se vogliamo portare a casa la pelle - saper guardare alle cose nel loro insieme e mantenere la calma. Della goffaggine invece non mi preoccupo nemmeno un po’. Non ci servono, in questo momento, brillanti affabulatori.
Detto questo, trovo altrettanto sorprendente il tuo plauso alle capacità comunicative del presidente Fugatti. In questo momento non abbiamo bisogno di brillanti affabulatori (cosa che Fugatti, d’altra parte, non è). Abbiamo bisogno di leadership. Quindi, poichè è nei poteri di Fugatti, mi chiedo:
1. possiamo pensare di provare a fare un esperimento di contenimento radicale come quello che stanno mettendo in piedi in Veneto? Abbiamo le potestà dell’autonomia, abbiamo anche i ricercatori (a proposito: quanto li abbiamo coinvolti nella battaglia?). Cosa ci manca? 2. Abbiamo detto alla sanità privata “Adesso fate come diciamo noi”, come in Emilia Romagna?

Come vedi sono due esempi di leadership molto bipartisan. Però, ahinoi, «il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare».

Laura Mezzanotte


 

Il bene del Paese davanti al nostro

Da una parte mi rallegro, perché immagino che tu abbia di conseguenza condiviso tutti i miei editoriali precedenti. Sarebbe un record. Un editoriale, però, non viene scritto per raccogliere consenso o dissenso, ma per ragionare e far ragionare. Dunque obiettivo raggiunto e non solo perché ho ricevuto davvero molti messaggi di apprezzamento, ma anche perché arriva la tua legittima critica. Ma veniamo al merito. Non posso e non voglio convincerti, se no verrei meno al mio obiettivo, che è appunto quello di aprire un dibattito, un confronto, ma devo chiarire un paio di cose.

La prima: lamentavo soprattutto il fatto che il premier Conte si ostini - goffamente per linguaggio, per modi e per scelta d’orario - a fare conferenze stampa (che sono messaggi alla nazione, di fatto) quando la nazione è spesso già a letto. Decide sempre tutto alle 22? Mi auguro che non sia così. Se fa sintesi di più posizioni, cerchi di farlo più in fretta. Perché il tempo non è un alleato, in questo momento. Adoro chi si ferma a riflettere, ma il Paese - e non lo dico certo con superficialità, che, come dovresti ricordare, non è e non è mai stata una mia compagna di viaggio - ha bisogno di parole chiare, non di tentennamenti. Il tema della leadership riguarda in egual misura Conte e Fugatti. La classe dirigente è quella che è. In quanto al presidente Fugatti, ho detto che ha comunicato con chiarezza, trasparenza e tempestività (e lo ribadisco), mentre continuo a criticarlo sull’indecisione (ad esempio sull’apertura e sulla chiusura della scuola e dell’università) e sull’atteggiamento che ha avuto nei confronti dei turisti.

Trovo anche inconcepibile che dica di fatto “prima ai trentini” rivolgendosi ai turisti. Che glielo dica anche quando torneranno a riempire (soprattutto di soldi) le nostre vallate. Non si possono tenere aperti impianti ed alberghi per ottenere il massimo per poi chiudere tutto e rinnegare i turisti che quel massimo l’hanno già dato (in termini economici). Sui ricercatori di fatto ti rispondiamo ogni giorno sul giornale, raccontando il loro impegno (ad esempio l’app TreCovid19). Sul contenimento radicale mi pare che la strada intrapresa sia quella, mentre da noi la sanità privata è molto diversa da quella dell’Emilia Romagna.

Finisco stupendoti: perché penso che, al di là della loro debolezza, ci si debba aggrappare a Conte e Fugatti. Avendo un’unica linea e mettendo il bene del Paese davanti al nostro. Mi spiace ti sia sfuggito il mio ragionamento sul noi che deve finalmente prevalere sull’io.

a.faustini@ladige.it

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