Ma chi ci sarà dietro a Salvini?

La lettera al direttore

Ma chi ci sarà dietro a Salvini?

Caro direttore, il popolo italiano viene costretto a soggiacere alle conseguenze di un assurdo ed ingiustificabile e folle comportamento dell’attuale governo, composto da “politicanti di mestiere”, irriducibile presenza ora in minoranza del paese, e da una banda (folla) di dilettanti allo sbaraglio con l’appoggio determinante di chi tutto vede, tutto pensa e di tutto si occupa e parla, ma non si accorge della drammatica ed inaccettabile realtà del Paese, trascurato ed avvilito.
Ingiustizie senza senso né scopo, soluzioni e decisioni che, invece di migliorare, alleggerire ed aiutare, spingono verso l’inevitabile baratro e, guarda caso, c’è chi si dichiara preoccupato e deluso perché non riesce a trovare la soluzione ad un suo drammatico dubbio e cioè: «Chi sarà dietro a Salvini?». A prescindere dal fatto che, come ormai è manifesto a tutti, dietro a Salvini ci sono milioni di italiani, i quali non accettano più di dover conferire il cervello all’ammasso, è difficile accettare di constatare che ci sia anche qualcuno che, digerito il bombardamento mediatico, che è sempre a senso unico (o quasi) con la monotona e assurda ripetizione dello spot eliminare Salvini, non ha dato peso al fatto che ad indirizzare il cittadino Salvini a “quel citofono” di Bologna è stata una donna, la quale ha perso un figlio a causa di una overdose. Già una delle droghe, magari quelle definite “leggere” (forse manipolate per esaltarne le prestazioni) che, stando ai progressisti benpensanti meriterebbero una distribuzione liberalizzata, forse con l’aggiunta della scritta «nuoce gravemente alla salute». Sono troppo pessimista?

Giovanni Calcagno


 

Ma l’Italia ce la farà

Stando anche al garante, in realtà Salvini nel circo mediatico televisivo ha più spazio d’altri. Ma non è questo il punto. Profondo rispetto per la signora, ma accusare in diretta tv una persona di avere a che fare con quella vicenda - suonando il campanello di casa sua - è da ogni punto di vista inconcepibile. Come sa, la leggo poi sempre con grande attenzione, ma fatico a vedere al governo politicanti di mestiere: molti sono praticamente alla prima esperienza. E mi verrebbe da aggiungere che, in più di un caso, si vede. Sulla liberalizzazione delle droghe leggere non ho un’idea definita, anche se so che si consumano come se fossero già liberalizzate, alimentando solo l’industria del malaffare e delle mafie. Il suo pessimismo in realtà lo capisco, anche se mi ostino a pensare che l’Italia ce la farà.

a.faustini@ladige.it

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