Su leggi razziali e Shoah una lezione di civiltà

La lettera al direttore

Su leggi razziali e Shoah una lezione di civiltà

Dalle leggi razziali fasciste alla Shoah passando attraverso l'antigiudaismo e l'antisemitismo di ieri e di oggi: un percorso tematico di scottante attualità analizzato, qualche giorno fa all'ITT "Marconi" di Rovereto, da due ospiti d'eccezione: Luciano Spina (presidente della Corte d'Appello di Trento) e Renzo Fracalossi (studioso dell'Ebraismo e della Shoah), invitati nell'ambito del progetto "Cittadinanza e Costituzione". La scrupolosa disamina del dottor Spina ha messo in rilievo gli aspetti più eminentemente tecnici non solo delle leggi razziali fasciste ma anche delle sentenze relative a recenti episodi di razzismo, in particolare nei confronti di coloro che appartengono alla religione israelitica.

Il dottor Fracalossi ha delineato, con acribia e semplicità, la storia del pregiudizio razziale nei confronti degli ebrei a partire dall'antichità fino alla Shoah, analizzando anche i camuffamenti dell'odio verso gli ebrei nell'era dei social. Entrambi i relatori hanno rivolto ai ragazzi una raccomandazione: oggi più che mai, è necessaria un'attenta e incessante vigilanza nei confronti di ogni forma di razzismo. Antisemitismo e antigiudaismo sono le due facce della stessa medaglia: hanno radici comuni nell'ignoranza, nel pregiudizio, nella superstizione, nell'invidia. La "Giornata della Memoria" rischia di scivolare nell'oblio se la sua intensità evocativa e il suo significato di ammonimento a prevenire il riaccendersi di un odio antico, si fermano al 27 gennaio. «La memoria è preziosa ma fragile. L'oblio, invece, è puntuale, spietato».

L'oblio è "quello "strato che ricopre tutto ciò che è vissuto" di una patina grigia in cui colpe e meriti finiscono per essere indistinguibili. Vittime e carnefici sono posti sullo stesso piano. Il bene si confonde con il male. E nel male c'è persino più romanzo. La sua forza d'attrazione e seduzione è potente, persino invincibile. La memoria crea squarci di verità e di giustizia. Ma la luce è fioca. Ci ricordiamo il nome dell'aguzzino Eichmann, non i nomi delle sue vittime. Sappiamo tutto di Kappler e di Priebke, assai meno dei martiri delle Ardeatine. (…) Qualche volta la Storia appare involontariamente complice dei suoi protagonisti peggiori. Si occupa fatalmente più dei colpevoli, ne costruisce un profilo di malvagità che inevitabilmente sprigiona un fascino cupo e seduttivo. Relega le vittime dietro le quinte degli avvenimenti in una rispettosa seppur anonima irrilevanza (…)», ha scritto Ferruccio de Bortoli, sul "Corriere della Sera", qualche anno fa. Istruzione, cultura e ricerca, ha affermato Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, sono gli unici anticorpi all'odio, all'intolleranza, alla discriminazione. Proprio gli incontri con gli esperti rappresentano importanti occasioni di approfondimento.

Carlo Andreatta


 

Pensieri che meritanpo di essere ascoltati

Caro Andreatta, iniziano a piacermi queste lettere per così dire anomale: messaggi che arrivano direttamente dalla scuola, con foto, per fare in un certo senso uscire dall'aula dove si svolgono gli incontri le parole più significative, i pensieri che meritano di essere ascoltati non solo dagli studenti, ma anche letti - grazie a un anomalo piccione viaggiatore - dalle tante persone che seguono con passione questa rubrica. È un nuovo genere, in un certo senso: la lettera/racconto, la sintesi arguta di frammenti di vita scolastica.

a.faustini@ladige.it

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