Ritorno sulle sardine ...rosse scandalose

La lettera al direttore

Ritorno sulle sardine ...rosse scandalose

Caro Faustini, ritorno sulle “scandalose” Sardine, che alcuni tuoi lettori, hanno accusato, ancora di recente di essere decisamente “comuniste” e proprio per questo di aver cantato colpevolmente “Bella ciao” e di avere “quindi” alle spalle il Pd. A parte il fatto che il Pd sarebbe incapace di creare questo grande movimento di piazza (in questo momento, con la sua verve, Zingaretti non riuscirebbe neanche a convocare una riunione condominiale), tutti noi sappiamo che tutto ciò non è vero: le Sardine non hanno nessuna bandiera rossa con falce e martello o altre simili. Non le hanno mai volute.

Affermano e chiedono molte cose giuste e sacrosante alla politica, a tutta la politica, sono certamente antifascisti (è una colpa?) e per questo, per logica consecutio, avversi all’ultra destra gridata dei vari Salvini e Meloni. Bella ciao, vorrei inoltre precisare, non è mai stata una canzone comunista, ma solo la canzone (un grido) dei partigiani per la liberazione dalla dittatura nazi-fascista, (di cui tutti dovremmo essere felici e riconoscenti, a parte, come sempre, i nostalgici che la avversano) e cantata proprio come simbolo e richiesta di libertà, oggi, in tutto il mondo non liberale, Cina, Cechia, Turchia, Ungheria, Polonia, Hong Kong, Brasile, perfino dagli Stati Uniti e dalla Russia e via dicendo: di certo non Paesi comunisti, bensì sovranisti, e proprio per questo la canzone non apparterrà mai alla destra. Una domanda penso lecita: se in quella piazza ci fossero invece stati elementi estremisti di alcuni partiti che conosciamo (questi sì partiti in carne e ossa, organizzati e liberamente accettati in democrazia) e avessero cantato “Tripoli bel suol d’amore” o “Bella abissina” qualcuno si sarebbe scandalizzato? Quindi tornando alle Sardine, dico che quella era semplicemente una piazza liberale e democratica.

Qualcuno ha poi criticato la presenza, nella piazza di Bolzano, della professoressa Menapace, comunista e pure partigiana. La signora Menapace ha partecipato alla liberazione dai nazisti e dalla dittatura fascista, cosa che a ottant’anni di distanza, da molti non è ancora evidentemente digerita, e temo mai lo sarà in “questa” Italia.
L’hanno anche accusata di non aver vissuto il drammatico clima in Alto Adige degli anni ’60. Tu, direttore, hai già affermato che lei era presente già dal 1952 e, sempre sulla situazione altoatesina, consiglierei di leggere i due libri (Eredità e Inganno) su questo scottante tema, della Gruber, che porta un’altra verità storica, diversa e magari non assoluta, ma forse anche questa non molto gradita da molti, oltre a quella tradizionale che conosciamo tutti. Tornando alle Sardine, anch’io penso che dovremo aspettare quello che decideranno di fare in successive piazze o in stanze al chiuso. E aspettiamo che vengano accolte, prima o poi, le loro giuste istanze da partiti di buona volontà, ma intanto dobbiamo solo dire un grande “grazie” a questi ragazzi per il loro coraggio. Hanno portato una ventata di aria pura, legalità e freschezza e non si sono scoraggiati di fronte alle tante “gratuite” opposizioni e contestazioni.

Dalle piazze delle Sardine il passo a quelle di Greta è molto breve e molto inerente, siamo “tutti” sul Titanic della Terra e stiamo andando, per volontà di un ristretto numero di vecchi potenti egoisti, con interessi propri ideologici ed economici, a sbattere per sempre contro l’iceberg del clima, ma l’importante è contrastare invece quell’ altra comunista di Greta, che mina i loro profitti. Tanto chissenefrega, nel 2100 nessuno di noi ci sarà più. Con gli auguri avevo chiuso la mia ultima lettera del 2019, e con gli auguri termino anche questa mia prima del 2020. Dunque “Buon Anno” a tutti, proprio a tutti e ovviamente a te carissimo Faustini.

Alberto Penazzi


I giovani che rialzano la testa

Grazie per gli auguri, prima di tutto. Penso di aver già risposto abbondantemente su Greta: ha avuto la forza di far rialzare la testa - anche staccandosi dai telefonini - a un sacco di giovani. E ha aperto gli occhi a molti di noi, distratti abitanti del Titanic (per restare alla tua dura ma realistica metafora). Le Sardine, su un fronte che effettivamente si può dire per molti aspetti contiguo, fanno lo stesso, rappresentando un’altra idea di Italia: un’Italia possibile; un’Italia che c’è e che vuole contare e contarsi.

Non è detto che sia un’Italia capace di farsi partito o maggioranza, ma è un’Italia alternativa all’urlo e all’odio. Non è poco. Infine, al volo: davvero ottimi i libri di Lilli Gruber. Sguardi originali e profondi su questa terra. Lidia Menapace non si può criticare: può piacere o non piacere ma dobbiamo tutti esserle grati, perché se oggi siamo liberi - anche di sbagliare, anche di cambiare idea, anche di criticare - lo dobbiamo a persone come lei. Giù il cappello, dunque. Infine: scusami se ho accorciato - non di poco - la tua lettera, ma fra i miei buoni propositi per il 2020 c’è anche quello di dare più spazio ad ogni lettore. Cosa possibile solo se le tue e le vostre lettere saranno più brevi. Diversamente, come ho scritto più volte, le accorcerò.

a.faustini@ladige.it

comments powered by Disqus