La tragedia di Vaia e il Trentino unito

La lettera al direttore

La tragedia di Vaia e il Trentino unito

Egregio direttore, volevo ringraziarla per le pagine dedicate alla tragedia del 28 ottobre 2018.
Dolorose, sì, ma mi hanno fatta sentire - come trentina e ladina - orgogliosa di appartenere a una comunità generosa, preparata ad affrontare “unita” tragedie così devastanti.
Orgogliosa pure di avere una chiesa che ha come guida un Pastore illuminato da un grande amore. Che, con delicata umanità, prova a consolare il suo gregge e a far emergere quel divino che abita ogni uomo. Con la parola di Gesù offerta «in punta di piedi, sperando di non ferire», ma anche con quella umanità che dà importanza «alle carezze, agli abbracci di un amore che non può morire». Perché fanno parte di quello scrigno di ricordi che accendono una luce nei momenti più bui della nostra esistenza.

Silvia Coraiola


 

Il volto migliore del Trentino

Sono io che ringrazio lei, perché le sue parole danno un senso al nostro lavoro e un valore alla storia quotidiana che cerchiamo ogni giorno di fermare sulle nostre pagine.
Il Trentino, nei momenti difficili, ha dato sempre il meglio di sé, mostrando il suo volto più generoso, la sua solidarietà, il suo coraggioso e gratuito impegno al servizio di una comunità che è fatta di persone che sanno sempre rimboccarsi le maniche e sempre condividere anche quel poco che hanno pur di far ripartire la vita, pur di far tornare la normalità. Sono proprio queste le carezze e gli abbracci che non mancano mai a renderci forti nel mare delle difficoltà, come ha giustamente rilevato anche l’arcivescovo Lauro Tisi.

a.faustini@ladige.it

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