In questo mondo non c’è più religione

La lettera al direttore

In questo mondo non c’è più religione

Si sente dire: non c’è più religione! Non solo per quanto riguarda la pratica della stessa, ma per tutti i cambiamenti del modo di pensare e di vivere diventato frenetico, per la tecnologia esasperata applicata in tutti i campi e spesso incomprensibile per chi, come me, è avanti con gli anni. Quando ero ragazzo il maestro, il dottore e il parroco erano persone ascoltate e degne di ogni rispetto. Poi ho fatto il militare, dove a quei tempi si cominciava ad aprire gli occhi; per la verità non ne ho tratto particolari insegnamenti, però mi sono accorto a mie spese , che il capo “cuoco “ era nella vita civile un mozzo imbarcato su di un pescherecco e il furiere batteva a macchina solo con il dito indice. Ripensandoci anche allora qualcosa non filava liscio.
Ai nostri giorni il maestro viene preso a schiaffi, al dottore spesso si preferisce la cartomante o il mago e il parroco è buono solo per i funerali. Nelle scuole non si insegna più l’educazione civica e sparisce il voto in condotta, ma in compenso abbiamo il ministro dell’istruzione che favorisce lo sciopero degli studenti. C’è poi e non da ora chi vorrebbe togliere il crocefisso dalle aule. Il buon senso della misura e delle proporzioni è inesistente: alcuni giorni fa, appena acceso il televisore, ho visto una signora che faceva il suo ingresso in studio con al guinzaglio un maiale, rivendicando il diritto per cui l’animale fosse considerato alla stregua di cani e gatti.
Dopo l’attenzione riservata a questi ultimi, nonché a orsi e lupi, va a finire che salendo in autobus o in treno ti trovi un maiale come compagno di viaggio. Infine, tanto per gradire, il monsignore di Bologna propone di cambiare la ricetta dei tortellini, riempiendoli con carne di pollo al posto di quella di maiale, per non urtare la sensibilità religiosa dei musulmani.
Anno dopo anno o anche mese dopo mese sono andato a votare, ogni volta con la pia illusione che qualcosa potesse cambiare. Infatti qualcosa è cambiato: non c’è più religione!

Luigi Ghetta


 

Un confine tra il bene e il male

Mi viene quasi da ingigantire la sua provocazione, dicendo che quando qualcuno s’alzava gridando “Non c’è più religione”, lo faceva perché... la religione - magari altrove - c’era: nelle aule, nella case, nelle famiglie, nel Paese. Con pregi e difetti, sia chiaro: perché qualcuno ne vedeva anche troppa, di religione. Oggi invece le aule si svuotano, quando c’è l’ora di religione, le chiese si svuotano, quando non c’è un parroco all’altezza (e purtroppo i parroci, al di là delle capacità oratorie e dello spessore culturale, sono sempre meno), la politica si svuota, soprattutto quando inizia a parlare del delicato tema dei valori.
Lei ci ricorda - e fa bene - che in ogni epoca c’è stato qualcosa di insensato, qualcosa di forzato, qualcosa che ci inducesse a dire la frase in questione. Da una certo punto di vista mi viene da dirle che quella che oggi ci sembra un’esagerazione domani ci sembrerà una sciocchezza, perché forse un maiale arriverà in uno studio televisivo con un uomo al guinzaglio. Oggi c’è però un fatto nuovo: tutto avviene davanti alle telecamere. Non parlo ovviamente solo della tv, ma anche dei telefonini, che spesso trasformano una delle bravate che tutti noi abbiamo fatto da ragazzi in qualcosa di molto diverso, da vedere (possibilmente in diretta, senza filtri, senza mediazioni), da giudicare, da condannare, comunque da sapere. Non so se la religione - intesa anche come insieme di paletti culturali e valoriali - potrà salvarci, ma so che - al di là di come la si pensi, al di là del fatto che si possegga o meno il dono della fede - serve, oggi più che allora, una Chiesa capace di essere profetica, capace di farsi o riconfermarsi in modo nuovo punto di riferimento almeno per un pezzo di comunità, almeno per chi credere che ci sia ancora un confine - anche laicamente parlando - fra il bene e il male.

a.faustini@ladige.it

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