L'immigrazione e la demagogia sui nostri nonni che partivano

La lettera al direttore

L'immigrazione e la demagogia

Egregio Direttore Faustini, l’immigrazione è un problema che non si può in nessun caso ignorare né impedire. Ma che si faccia della pura ipocrisia politica o retorica di pensiero, essendo il problema molto più serio, non sono d’accordo. Soprattutto non concordo con la signora Elisa Lavanga, che pretende di paragonare l’emigrazione dei nostri nonni con i flussi immigratori attuali provenienti dall’Africa. Questa banalità, secondo me, non regge.
Il fatto che l’Italia abbia una lunga storia di emigrazione non significa affatto che ora dovrebbe accogliere una immigrazione incondizionata e selvaggia. A memoria cito come esempio, i flussi dei nostri nonni verso glu Usa, un paese, che pur avendo interesse occupazionale, era in un contesto demografico fortemente espansivo. All’arrivo dei “barconi” di immigrati attuava a Ellis Island una selezione rigorosissima, valutando seriamente diverse condizioni, rispedendo immediatamente a casa chi non superasse tali test. Perciò, ora è poco serio comparare la nostra emigrazione con i correnti e continui flussi immigratori in ingresso incondizionato nel nostro paese. Un Paese come gli Usa, con densità abitativa ridottissima, offriva enormi possibilità di insediamento. Contrariamente da noi, dove trovano una situazione totalmente diversa e già satura. Si tratta quindi di situazioni completamente diverse; qui si costringono questi disperati a bivaccare e vivere in maniera più disumana di come vivevano nei loro paesi e si causano disagi, insicurezze, rapine e spaccio di droga. E questa secondo me non è umanità o modello ideale di accoglienza, ma crudeltà e spietatezza pura. Non facciamo perciò dell’inutile e gratuita demagogia.

Vittorino Veronese


 

 

Immigraziano e delinquenza non sono la stessa cosa

In quella lettera non c’era demagogia. C’era una foto certo ingiallita di un tempo lontano e c’era un riferimento a una realtà che solo in parte è diversa: chi parte è infatti sempre spinto dal sogno di fare fortuna, di trovare pace e opportunità. Ancora una volta lei mette immigrazione e delinquenza sullo stesso piano. Ma non sono la stessa cosa. E si ricordi che quasi sempre, i capi dei delinquenti sono nostri connazionali bianchissimi che hanno bisogno di bassa manovalanza e che pescano fra chi non è in regola, fra chi è disperato, fra chi è parcheggiato ad aspettare carte che non arrivano mai. È vero: la situazione è grave e il fenomeno non si può impedire. Per quello va gestito.

a.faustini@ladige.it

comments powered by Disqus