Il nuovo logo Sat va bene per i camping

La lettera al direttore

Il nuovo logo Sat va bene per i camping

Caro direttore, ho letto con ritardo - e mi scuso - del nuovo logo della Sat. Premesso che sono distintivo d’oro per anzianità, pessimo allievo della scuola Giorgio Graffer, modesto arrampicatore in parete con Paolo Morelli entrambi più o meno discendenti di Bepi de Francesch, Marino Stenico, Matteo Armani e Giorgio, Gino Pisoni e anche modesto cronista in parete (testo e foto sul settimanale “Vita” 1967) di una salita di Cesare Maestri come forte fan (in rifugio) di Bruno Detassis, ho visto la nuova bandierina della Sat.

Mi pare che oggi la Sat si dedichi più ai B&B in quota anziché ai “rifugi”, alla poca educazione di sicurezza e educazione in quota e dato che sono un modesto volontario di un tempo con la vernice bianca, rossa e nero per segnare facili sentieri propongo un tranquillo referendum tra vecchi e nuovi satini: piace o non piace questa immagine? Personalmente la trovo utile per camping di giovani scout, priva di tradizione e cultura dolomitica.

Giulano Fago Golfarelli


 

Da maneggiare con cura

Ti confesso che altri, pur senza scrivermi una lettera, mi hanno fatto osservazioni simili. Devo confessarti altresì che io non amo chi dice “s’è sempre fatto così” o “è sempre andata bene così”, perché cerco sempre di evitare le operazioni che riempiono gli occhi di nostalgia, impedendo dunque di vedere il mondo che cambia, ma questa volta capisco chi dice, banalmente: che bisogno c’era?

Un marchio, in questo tempo, vale tantissimo e va tutelato in ogni modo. Il che non vuol dire che non si debba toccare nulla. Ma alcune cose vanno indubbiamente maneggiate con cura. Non so se il referendum avrebbe risolto il problema, so che la base ama però essere coinvolta. Ed è normale. La base ha però anche eletto una presidente e un direttivo e in un certo senso ha dato loro una delega per muovere qualche passo nel futuro. Dici che hanno esagerato?

a.faustini@ladige.it

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