Fra trasparenza e privacy: la Provincia cancella delibere e documenti precedenti al 2015

TRENTO - La Provincia autonoma di Trento ha cancellato dal proprio sito istituzionale 18 anni di storia amministrativa, scritta all'interno di circa mezzo milione di atti, tra delibere di giunta, decreti del presidente, provvedimenti delle Agenzie e determinazioni dei dirigenti. L'operazione è stata fatta durante il mese di gennaio ed oggi se un cittadino cerca qualche documento di data anteriore compare una laconica scritta che avverte che sono disponibili solo gli atti successivi al primo gennaio del 2015.La decisione di togliere tutta questa documentazione dal sito è stata comunicata alla struttura interna da Luca Comper, dirigente generale dell'"Unità di missione strategica affari generali della Presidenza, segreteria della giunta e trasparenza".

Una scelta ispirata da un problema di privacy. Il fatto è che nel mare magnum delle vecchie delibere era presente anche qualche dato sensibile e personale, un contributo ricevuto per motivi di malattia o disabilità, per esempio. Elementi che da qualche anno vengono giustamente omessi sui documenti pubblicati in rete, tanto è vero che molte delibere vengono secretate completamente proprio per motivi di privacy, ma che evidentemente in passato erano contenuti negli atti e quindi erano ancora rintracciabili sul web. «Abbiamo avuto qualche richiesta di cancellazione di singoli documenti in cui erano contenuti dati sensibili» conferma Comper. Il fatto è che qualche caso singolo ha finito per far oscurare un patrimonio di conoscenza utile per ricostruire la storia amministrativa degli ultimi vent'anni.Certo, non è che tutti quei documenti, circa 2.500 delibere di giunta e più di ventimila determinazioni all'anno, sono stati messi al rogo.

Sono ben custoditi negli archivi cartacei della Provincia e chiunque sia interessato a visionarne uno e ad averlo in copia può fare una richiesta di accesso agli atti. Il problema è che per chiedere di vedere un atto bisogna conoscerne l'esistenza e possibilmente saper indicare la data in cui è stato prodotto, operazione che poteva essere fatta in pochi secondi con il sistema di ricerca del sito internet e che ora risulta irrimediabilmente pregiudicata.Per il momento possono ancora continuare a consultare la banca dati senza filtri i dipendenti provinciali, ma ancora per poco perché prossimamente l'accesso sarà riservato solo ad alcuni soggetti designati dalle varie strutture.Ma se il problema era tutelare la privacy di qualcuno non si poteva andare a individuare i dati sensibili presenti nei vecchi documenti ed andarli a cancellare in maniera selettiva invece che sacrificare centinaia di migliaia di informazioni pubbliche? «Avremmo dovuto setacciare tutte le delibere, non era così semplice. E se non eliminavamo le possibili violazioni in base al regolamento europeo sulla privacy del 2016 avremmo rischiato sanzioni importanti» spiega Comper. Vero che esistono programmi software in grado di individuare i documenti che potrebbero contenere dati sensibili, una strada che però la Provincia ha ritenuto poco sicura. Fatto sta che comunque gli uffici inizieranno ora un lavoro di setaccio del materiale oscurato e inizieranno a ripubblicare ciò che sarà ritenuto di pubblico interesse.Resta il rammarico per la scomparsa di un servizio utile, in particolare per ricostruire le vicende politiche e amministrative degli ultimi vent'anni. «Abbiamo visto che anche altre regioni pubblicano solo gli ultimi cinque anni, noi avevamo tutto dal 1997 ad oggi» ricorda Comper.

Da oggi anche il Trentino si adegua, facendo forse un passettino in avanti in termini di tutela della privacy ma anche un bel passo indietro in termini di trasparenza.

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