Il contagio è più alto nelle scuole, maggior rischio nelle materne, da 2 a 11 sezioni chiuse in febbraio

di Patrizia Todesco

TRENTO - Viaggia più velocemente negli ultimi giorni il virus. Specie quando entra in comunità, come nelle scuole, le persone sembrano contagiarsi più velocemente e quindi altrettanto velocemente sembrano doversi chiudere le sezioni e le classi. E’ quanto sta constatando in queste prime settimane di febbraio il “team Covid scuola”, un gruppo di professionisti dell’Azienda sanitaria che si occupa, sette giorni su sette, di valutare caso per caso i positivi della fascia 0-19 che frequentano asili, materne e scuole di ogni ordine e grado. «A preoccupare nelle prime due settimane di febbraio non sono tanti i numeri che sono abbastanza in linea con quelli di gennaio, quanto piuttosto la concentrazione di casi in alcune scuole che stiamo cercando di capire se sono legati ad un allentamento delle misure di sicurezza piuttosto che alla presenza di varianti del virus più contagiose», spiega Silva Franchini, responsabile del servizio promozione educazione alla salute che in questo anno di emergenza si è trasformato in “team scuola”.

Un piccolo focolaio, ad esempio, aveva portato alla chiusura della scuola d’infanzia San Martino di Trento. Monitorata anche la situazione a Borgo Valsugana dove i casi non sono concentrati in una struttura ma c’è stata la contemporanea comparsa di nuove positività in diverse classi e diverse scuole.
Negli uffici del “team scuola” ogni mattina arrivano gli elenchi dei nuovi bambini/studenti positivi. A quel punto vengono contattati i dirigenti e i responsabili, si ricostruiscono i contatti dei positivi e si decide come procedere. «Nei primi dieci giorni di febbraio abbiamo avuto 19 casi nei nidi, 48 alle materne, 74 alla primaria, 45 alle medie e 84 alle superiori per un totale di 270 positivi e 49 sezioni isolate», spiega la dottoressa Franchini.

Sulle sezioni isolate il balzo maggiore si è avuto nelle materne dove si è passati da 2 sezioni isolate a gennaio alle 11 isolate nei primi 11 giorni di febbraio. Anche le superiori, dove basta un positivo per far rimanere a casa tutti, hanno numeri in aumento anche se si è ancora lontani dal picco di ottobre quando le classi chiuse erano 273. A gennaio, dopo il rientro dalla Dad e dalle vacanze di Natale, erano state chiuse 48 classi e in questa prima parte di febbraio già 27.

«A gennaio, a fronte di 718 positività, abbiamo avuto 60 classi in quarantena e la maggior parte alle superiori. Questo perché molti positivi, dopo le vacanze, non erano nemmeno rientrati a scuola», spiega ancora la dirigente del servizio.
Certamente, guardando i dati, il mese più nero è stato novembre con 2.494 positivi tra i giovani 0-19 anni, numero che poi ha portato le scuole superiori a interrompere le lezioni in presenza considerato che più di un terzo dei positivi sono stati registrati tra gli studenti delle scuole superiori. «Infatti poi nel mese di dicembre si è registrato un netto calo che è proseguito anche nel mese di gennaio».

Ora l’attenzione nelle scuole è alta perché c’è anche consapevolezza che sono state aperte anche una serie di attività sportive extrascolastiche e i dirigenti temono che poi, eventuali aumenti di casi, potrebbero ripercuotersi sulla apertura delle scuole. Caso emblematico quello del liceo linguistico di Trento dove ieri la dirigente Maria Pezzo ha inviato una mail a tutte le famiglie e agli studenti in cui comunica che per limitare la diffusione di Covid 19 a scuola devono rigorosamente essere indossate le mascherine chirurgiche mentre le mascherine di comunità, quelle di stoffa per intenderci, possono essere indossate solo sopra quelle chirurgiche.

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