Gli orsi rinchiusi al Casteller a Trento, il csa Bruno: questo video mostra che sono in gabbia

 
Il centro sociale bruno ha diffuso poco fa nel proprio canale Fb un video sulle condizioni di detenzione degli orsi nel recinto provinciale del Casteller, nella zona sud della città.
Il video alterna alle dichiarazioni rassicuranti rilasciate dalle autorità provinciali, nella fattispecie dall'assessora Giulia Zanotelli, le immagini di un apparente "blitz" all'interno del recinto. 
 
Il video mostra in particolare delle piccole gabbie e si spiega (con un testo in inglese) che «da queste gli orsi possono uscire solo un'ora al giorno».
 
«In questo agghiacciante video - si legge nel post del "Bruno" -  le reali condizioni degli orsi detenuti dalla Provincia di Trento. Colpevoli di essersi comportati da orsi dopo che l'essere umano li ha reintrodotti dove erano ormai estinti. Non ci sono parole per descrivere la rabbia che proviamo in questo momento. Noi abbiamo scelto da che parte stare, al fianco di ogni individuo costretto all’impotenza, e promettiamo che quella gabbia presto o tardi sarà per loro un ricordo lontano».
 
La campagna "#StopCasteller" dà quindi appuntamento al corteo nazionale in programma sabato 20 marzo, a Trento.
 
In un comunicato diffuso questa mattina, la campagna #StopCasteller scrive:

«Un video pubblicato da alcune pagine social (Centro Sociale Bruno e Assemblea Antispecista) rivela la realtà finora tenuta segreta del Casteller, a Trento, dove tre orsi sono rinchiusi su ordine dell’amministrazione provinciale. Alcuni attivisti, infatti, sono riusciti a forzare il recinto esterno e documentare le condizioni di vita degli orsi rinchiusi, quegli orsi che la provincia di Trento ha giudicato problematici.

Non serve spendere molte parole perché le immagini nella loro durezza parlano da sole: in barba alle tante definizioni di benessere e sostenibilità che quest’area si è data, il Casteller non è che un carcere. Animali che, liberi, sono soliti percorrere moltissimi km ogni giorno, sono costretti in un buco di acciaio e cemento: e ci vuole una bella fantasia e una discreta mancanza di vergogna a definire quella cella “tana”. Proprio due giorni prima l’Assessora Zanotelli aveva dichiarato a LA7 che gli orsi sarebbero stati in letargo, ma le immagini ora smentiscono anche questa ennesima menzogna. E, del resto, le mobilitazioni contro Fugatti e la sua Giunta non mancavano neanche prima, a partire dal corteo nazionale dello scorso ottobre, in cui i manifestanti riuscirono a distruggere decine di metri della recinzione.

In ogni caso, il video documenta quanto era già noto dopo la relazione redatta dai carabinieri del CITES lo scorso 21 settembre, una relazione in cui si denunciava la totale incompatibilità della struttura detentiva con il benessere dei tre orsi rinchiusi, che infatti manifestavano comportamenti autolesionisti e stereotipati, prontamente “trattati” con la somministrazione sistematica di psicofarmaci e tranquillanti. Le immagini, però, sono un vero pugno nello stomaco e stanno facendo il giro del mondo.

Non dubitiamo che a Fugatti & Co non farà piacere che qualcuno sia riuscito a far emergere una verità da nascondere con tanto accanimento, ma la solidarietà è un’arma preziosa, e non si può fermare troppo a lungo. Ecco a cosa si riferisce la Provincia di Trento quando dichiara che il benessere degli orsi chiamati DJ3, M49 e M57 è garantito. Il breve video, che dimostra come gli orsi siano abbandonati in spazi angusti, smentisce anche l’immagine idilliaca che la Provincia vuole dare con il suo sito web visittrentino.info, dove di parla di “delicato equilibrio fra piante, uomini e animali”, di “luoghi incantevoli”, e di un ambiente “tutelato e curato con grande attenzione”.

Ora è lecito chiedersi: era questo che si voleva ottenere quando si è deciso di reintrodurre tra queste montagne una specie animale che la tracotanza dell’essere umano aveva già condotto all’estinzione? È a sbarre e cemento che erano destinati i finanziamenti europei arrivati a pioggia grazie al progetto Life Ursus? Ma soprattutto: è accettabile continuare a tollerare tutto questo mentre la giunta leghista rivendica l’abbattimento di almeno un orso “problematico” all’anno come “male necessario” per proseguire nella convivenza tra le due specie? Dal canto nostro abbiamo già scelto da che parte stare, al fianco di quell’individuo costretto all’impotenza, che volgendo il suo sguardo verso di noi ci ha dato tutta la forza che serve per portare avanti la battaglia per la liberazione sua e dei suoi compagni di prigionia, finché non saremo riusciti a smontare quella gabbia.

Per questo, chiamiamo fin da subito a raccolta tutte le persone che non intendono accettare questo modello di “gestione” della convivenza fra specie per un corteo nazionale sabato 20 marzo a Trento».

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