Vaccini, Trentino oltre quota 17mila dosi (3500 in richiami). Forniture: scontro Ue-AstraZeneca

Questa mattina risultavano somministrate 17.018 dosi di vaccino covid a cittadini trentini.

Di queste dosi 3.526 riguardono i richiami, mentre la quota riservata a ospiti di residenze per anziani è arrivata a quota 4.422, con le prime rsa interamente coperte.

«Nella giornata di ieri - ha detto l’assessore alla salute della Provincia, Stefania Segnana - sono arrivate 7.020 dosi di Pfizer e, da una comunicazione arrivata dalla presidenza del consiglio dei ministri, sappiamo che nella settimana dell’8 di febbraio dovrebbero arrivare qui in Trentino 4.665 dosi della Pfizer e 1.500 di Moderna.

Nella settimana del 15 dovrebbero arrivare 5.850 vaccini Pfizer e nella settimana del 22 altri 5.850 vaccini Pfizer e 4.500 di Moderna, per un totale di 22.380 vaccini. Se questa panificazione della programmazione poi venisse confermata riteniamo che potremmo fare dei ragionamenti sul riprendere con la prima dose del vaccino, soprattutto per gli over 80. Noi al momento continuiamo con le seconde dosi e partiremo con la vaccinazione gli anziani che sono in lista per entrare nelle case di riposo appena arriverà il vaccino Moderna».

Frattanto è scontro fra Bruxelles ed AstraZeneca sulla mancata fornitura delle dosi previste di vaccino anti-covid. Il Ceo dell’azienda, Pascal Soriot, afferma che nel contratto c’è scritto che «faremo del nostro meglio» e «non c’è alcun obbligo verso l’Ue».
Bruxelles chiede lo svincolo dalla clausola di segretezza per pubblicare il contratto, definendo «inaccettabile e scorretto» il concetto del «miglior sforzo»  sottolineando che l’Ue si è assunta «il rischio di impresa» e quindi l’azienda «deve produrre per noi» e anche gli impianti britannici «devono consegnare le dosi». Johnson: Londra autonoma nel negoziare con le aziende, contratti e forniture già stabiliti sono blindati.

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