Covid, Trentino fra le 5 zone a rischio alto L'Iss raccomanda misure più severe

«Si raccomanda alle cinque Regioni che sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile di adottare rapidamente misure di mitigazione». Lo scrive l’Istituto superiore di sanità nel consueto monitoraggio settimanale.

E fra le cinque aree in cui il rischio covid permane alto figura anche il Trentino, particolarmente esposto anche in termini di impatto sul sistema ospedaliero.

Il Trentino resterà comunque zona gialla, soprattutto in virtù di un indice di contagio (Rt) basso: 0.89.

Venerdì 11 dicembre in Trentino si sono registrati altri dieci decessi e 547 nuovi contagi. Scendono però i ricoveri: ora sono 458, ieri erano 479.

I tamponi molecolari hanno individuato altri 160 contagi, i test rapidi antigenici hanno scoperto altri 387 positivi: in tutto, dunque, sono ben 547 i nuovi casi in Trentino.

Venerdì sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato, sulla base dei dati della Cabina di Regia, una nuova ordinanza (in vigore da domenica) con cui si dispone l’inserimento nella emdesima fascia moderata anche delleregioni Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte.

Non è possibile, a norma del dpcm, declassare le aree che una settimana fa erano diventate arancioni da rosse: Alto Adige (dove però le misure sono in parte allentate sulla base di un accordo specifico fra governo e Provincia autonoma), Campania, Toscana e Valle d’Aosta: salvo novità di legge, il passaggio sarà praticabile dunque solo dal 20 dicembre. L'Abruzzo, bocciata dal Tar l'ordinanza regionale, tornerà rossa oggi per un solo giorno, e da domani arancione come disposto dal governo.

Gran parte delle Regioni sono classificate a rischio moderato ma l’elevata incidenza e l’attuale forte impatto sui servizi ospedalieri richiede cautela mantenendo alta l’attenzione nei comportamenti individuali in fartto di gesti barriera.

In Puglia, Sardegna, Veneto, Emilia-Romagna e, come detto, la provincia autonoma di Trento il rischio è alto, in altre 14 Regioni moderato, in due basso.

«La situazione epidemiologica - scrive l’Iss - rimane grave e si raccomanda che, in base all’impatto sui servizi sanitari e territoriali, una modulazione delle misure di mitigazione nelle Regioni e Province eviti di rilassare le misure stesse e il livello di attenzione della popolazione al punto da determinare una rapida inversione della tendenza documentata con una ripresa del contagio in un contesto di incidenza ancora molto elevata che avrebbe conseguenze molto gravi per il Paese».

L’indice Rt in Italia scende a 0,82 nel monitoraggio settimanale di ministero della Salute e Iss fino al primo dicembre.

In 20 tra Regioni e Province autonome è sotto 1.

Diminuiscono di 300 unità le terapie intensive e di 2.800 i ricoveri. C’è una ‘diminuzione significativà dell’incidenza dei casi per abitante, ma il valore resta ‘troppo elevato per permettere una gestione sostenibilè. Nelle ultime 24 ore, 18.727 casi e 761 vittime.

Rispetto ai tamponi, il tasso di positività è sceso a 9,8%.

In 16 Regioni si evidenzia un «impatto alto» sui servizi sanitari per sovraccarico di terapie intensive e area medica, per evidenza di nuovi focolai (in Rsa, case di riposo, ospedali o luoghi con popolazione vulnerabile) e per nuovi casi segnalati.

Si tratta di Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna., Friuli Venezia Giulia,  Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, PA Bolzano, PA Trento, Puglia, Sardegna , Toscana, Umbria e Veneto.

Complessivamente, tuttavia, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.663 (01/12/2020) a 3.345 (08/12/12); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 32.811 (01/12/2020) a 30.081 (08/12/2020).

«L’incidenza ancora troppo elevata e l’attuale forte impatto sui servizi sanitari richiedono di attendere prima di considerare un rilassamento delle misure di mitigazione, ivi comprese quelle della mobilità, oltre alla necessità di mantenere elevata l’attenzione nei comportamenti», raccomanda l’Iss.

Sebbene si osservi una diminuzione significativa dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg (454,70 per 100.000 abitanti nel periodo 30/11/2020-06/12/2020 contro 590.65 per 100,000 abitanti nel periodo 23/11/2020-29/11/202), il valore è ancora molto elevato.
L’incidenza rimane cioè ancora «troppo elevata per permettere una gestione sostenibile».

Questo il quadro dell'indice Rt regione per regione

Abruzzo  0.82
Basilicata 0.66
Calabria   0.76
Campania  0.71
Emilia Romagna 0.88
Friuli Venezia Giulia 0.91
Lazio  0.82
Liguria 0.68
Lombardia 0.85
Marche  0.87
Molise   1.48
Provincia autonoma Bolzano 0.74
Piemonte 0.68
Provincia autonoma di Trento 0.89
Puglia 0.87
Sardegna  0.73
Sicilia 0.72
Toscana 0.81
Umbria 0.73
Valle d'Aosta 0.67
Veneto 1.01

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