Trento, viaggi studio annullati a causa dell'emergenza covid Due studenti rimborsati

di Flavia Pedrini

l viaggio di studio all'estero, dove avrebbero dovuto frequentare il quarto anno della scuola superiore, è saltato a causa del Covid, ma due studenti trentini sono riusciti a riavere indietro i soldi già pagati dalla società organizzatrice.
Il Tribunale di Trento, infatti - con una decisione che potrebbe aprire la strada alle richieste di molte altre famiglie - accogliendo la richiesta dell'avvocato Andrea Antolini, ha concesso due decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi, consentendo di recuperare i 7.100 euro che ciascuno aveva pagato ai tour operator. I due studenti, che frequentano le superiori, dovevano partire per l'America.

Il contratto, del valore di oltre 7000 euro, era stato sottoscritto e la partenza programmata per questa estate.

Ma il viaggio, complice la difficile situazione epidemiologica negli Usa, è ovviamente saltato. Dunque, addio all'anno di studio all'estero. La società organizzatrice del pacchetto, che ha sede in Lombardia, aveva rilasciato ai due studenti un voucher: entro i 18 mesi successivi, dunque, avrebbero potuto effettuare un viaggio studio, un corso di lingua o una vacanza studio all'estero.
Ma la soluzione prospettata non era stata ritenuta idonea dalle famiglie, che invece volevano riavere indietro il denaro speso. Il voucher, infatti, sarebbe stato di fatto inutilizzabile, dal momento che l'anno successivo, con la maturità da affrontare, non avrebbero potuto permettersi di rimanere un anno all'estero.

La società, per parte sua, riteneva invece che il voucher - previsto dal decreto Cura Italia proprio in caso di viaggi o vacanze annullate a causa del Covid - fosse lo strumento da utilizzare. Per questo, la diffida inviata dal legale, non aveva sortito alcun effetto. Da qui la decisione di rivolgersi al Tribunale, per chiedere che le due famiglie delle Giudicarie potessero riavere indietro il denaro versato, visto che si trattava di una somma decisamente considerevole. Una richiesta che due diversi giudici del Tribunale hanno accolto: «A conferma della fondatezza della pretesa azionata, i giudici hanno applicato direttamente al caso di specie il Regolamento europeo numero 261 del 2004», evidenzia l'avvocato Antolini, ricordando che l'uso dei voucher sarebbero in contrasto con la normativa europea.
Circostanza, sottolinea il legale, «già evidenziata dall'Autorità Antitrust, rispetto all'illegittimità dell'articolo 88 bis del decreto Cura Italia,nella parte in cui consente agli operatori turistici di emettere un voucher in luogo del rimborso per "ristorare" viaggi, voli e hotel cancellati per circostanze connesse all'emergenza Covid-19».

 

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