Vaccino anti-influenzale «Non fatelo troppo presto perché il picco è fra sei mesi»

«L’influenza arriverà un po’ prima al Nord e dopo al Sud, il picco ci sarà tra febbraio e marzo, la copertura vaccinale massima avviene entro 3 mesi dal momento della somministrazione quindi facendolo prima di novembre si rischia di essere meno protetti. E di dover fare un richiamo».

Ad avvertire contro la corsa al vaccino già ad ottobre è Giampero Bartoletti, vice presidente dell’Ordine dei medici di Roma. Che aggiunge: «Negli ultimi 10 anni il picco dell’influenza si è spostato più verso la primavera, non conviene farselo somministrare già ora».

Non la pensano così altri medici e associazioni. Otto richieste indirizzate al Ministero della Salute, alle Regioni e alle Asl, per rafforzare il programma di vaccinazione, specie per la stagione 2020/2021 nel pieno della pandemia di Covid-19. A lanciarle in un position paper è HappyAgeing, l'Alleanza italiana per l'invecchiamento attivo, che ne ha illustrato i dettagli nel corso di un incontro che si è tenuto a Roma.

Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019, si legge nel testo, "poneva degli obiettivi di copertura vaccinale da raggiungere nel corso del triennio 2017-2019, ma che in realtà non sono stati completati". "Era previsto un raggiungimento di coperture per la vaccinazione antinfluenzale del 75% come obiettivo minimo perseguibile e del 95% come obiettivo ottimale negli over 65 e nei gruppi a rischio inclusi nei Lea; un raggiungimento nei 65enni di coperture per la vaccinazione antipneumococcica del 75% e di coperture per la vaccinazione anti Herpes Zoster del 50% nel 2019 - spiega Michele Conversano, presidente del Comitato tecnico scientifico di HappyAgeing - Ma la copertura vaccinale dell'antinfluenzale nel periodo 2018-2019 è stata solo del 53,1%, mentre non sono note le coperture vaccinali su base nazionale dell'antipneumococcica e dell'anti Herpes zoster".

Tra le otto richieste, l'istituzione dell'anagrafe vaccinale dell'adulto e dell'anziano, una "chiamata attiva di adulti e anziani per tutte le vaccinazioni previste dal Piano nazionale", l'obbligo di vaccinazione in tutte le Regioni per gli operatori sanitari, la gratuità per tutte le coorti previste dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale. HappyAgeing ha deciso inoltre di promuovere una propria campagna social a sostegno delle vaccinazioni, il cui slogan è "#Oggi più che mai".

Per Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Sigg, la Società italiana di gerontologia e geriatria, è "fondamentale garantire l'accesso ai vaccini a chiunque abbia indicazione a praticarli, in età geriatrica o meno".

"Nel caso degli anziani il vaccino anti-influenzale e l'anti-pneumococcico hanno un valore particolare - aggiunge - Infatti, lo studio intersocietario italiano Epicovid, che ha tra i promotori la Sigg, ha documentato che tali vaccinazioni, specie l'antiinfluenzale, si associano con un minore rischio di sviluppare l'infezione da Covid-19". 

 

 


Mentre tutti stanno tenendo d’occhio il coronavirus, l’Unione Europea è in allerta per il rischio di nuove epidemie di influenza aviaria. «I Paesi dell’UE sono sollecitati a intensificare la sorveglianza e le misure di biosicurezza per prevenire possibili nuove epidemie di influenza aviaria quest’anno», si legge nell’ultimo aggiornamento redatto dall«Autorità europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) per il periodo compreso tra maggio e agosto 2020.

L’allarme fa seguito a focolai di influenza aviaria verificatisi negli ultimi mesi tra gli uccelli selvatici e il pollame nella Russia occidentale e nel Kazakistan, regione nota per essere una rotta di migrazione autunnale degli uccelli acquatici diretti in Europa. Diversi studi hanno evidenziato che durante le ondate 2005-2006 e 2016-2017 il freddo portò alla rapida propagazione, da queste zone verso ovest, del virus dell’aviaria tramite uccelli migratori infetti. «Alla luce dell’esperienza passata l’Europa settentrionale e quella orientale sembrano le più vulnerabili a nuove epidemie», si legge, ma «non è da escludere una successiva diffusione ai Paesi dell’Europa meridionale e occidentale».

«Il rischio di trasmissione dei virus dell’influenza aviaria alla popolazione europea resta molto basso», conclude Efsa. Tuttavia, «si consiglia di non toccare gli uccelli morti senza indossare adeguati dispositivi di protezione individuale».

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