I genitori, la scuola, il Covid la Consulta illustra i timori che emergono dal suo sondaggio

Cosa pensano le famiglie della riapertura della scuola in Trentino? E' stato fatto tutto quello che si doveva? Ci sono timori? C'è qualcosa che non funziona?

Ben tremila famiglie hanno risposto al questionario realizzato dalla Consulta Provinciale dei Genitori intitolato “Scuola Trentina, riapertura e Covid-19”. E ieri la Consulta ha reso note alcune anticipazioni dei risultati (ma non i dati, che per rispetto delle elezioni, verranno dati dopo il voto.

La Consulta Provinciale dei Genitori ha promosso la «ricerca esplorativa, allo scopo di raccogliere suggerimenti ed opinioni in relazione alla problematica “Scuola e Covid-19”, in particolare in merito alla gestione messa in atto in Trentino da marzo ad oggi e alle proposte avanzate per la 75riapertura di settembre.

Il Questionario, accessibile liberamente a tutte le componenti del mondo scuola attraverso un link diffuso dalla rete dei genitori, è rimasto on line dal 21 agosto al 6 settembre 2020 ed è stato compilato da 3000 soggetti, prevalentemente genitori (93%), equamente distribuiti nelle 4 aree della Provincia.

Le macro evidenze: 

▪ I risultati mostrano che le tematiche più rilevanti, evidenziate dall’elevato numeri di commenti e contributi spontanei (oltre 750), sono relative all’esigenza di un progressivo ritorno alla “normalità”, imprescindibilmente legato alla sicurezza: si avverte il bisogno di un rientro alla vita scolastica “regolare”, in presenza per l’84% (unica “vera” scuola possibile, soprattutto per i più piccoli), che garantisca il diritto allo studio, il benessere, la socializzazione, il contatto umano tra docenti e studenti, ma nel rispetto di regole di scurezza chiare e misure di prevenzione in grado di tutelare la salute di tutti.

Tra queste il tema “mascherina” appare quello maggiormente sentito, con una maggioranza di genitori contraria all’utilizzo continuativo in classe. Suggerito spontaneamente l’utilizzo di test rapidi e/o tamponi, con risultati tempestivi, e la presenza di personale sanitario a scuola, per facilitare la valutazione di eventuali sintomi, evitando (la responsabilità) di confondere “semplici” raffreddori stagionali con sintomi Covid.

▪ Le maggiori criticità del rientro appaiono legate all’organizzazione “interna” alla scuola ed ai servizi correlati, soprattutto quelli in cui è prevedibile un maggiore assembramento: mensa, trasporti, aule affollate; i genitori suggeriscono una riduzione del numero di studenti/classe ed un’ottimizzazione del calendario scolastico e degli orari del tempo scuola (almeno in una prima fase di monitoraggio), senza tuttavia voler alimentare fobie ingiustificate e terrorismo psicologico, evidenziando invece la necessità di un maggiore supporto a famiglie/lavoratori, soprattutto in previsione di una possibile quarantena (garantire congedi, smart working, connettività/fibra).

▪ Il tema della Didattica a Distanza (DAD) emerge ancora come un nervo scoperto. L’implementazione approssimativa, a macchia di leopardo e soprattutto su base “volontaria” (da parte dei docenti) nella fase del lockdown ha reso insoddisfatti molti studenti e genitori, che valutano nel complesso negativamente l’esperienza (77%) ed evidenziano la necessità di una sua ottimizzazione come risorsa, soprattutto nella scuola secondaria – anche attraverso una formazione “obbligatoria” dei docenti, che garantisca omogeneità nell’erogazione di una DAD adeguata/efficace – in vista di un possibile ri-utilizzo per finalità di sicurezza o in caso di nuovo lockdown.

Alcuni genitori suggeriscono la possibilità di alternare momenti di didattica a distanza ed in presenza, altri si spingono a chiedere la possibilità di scelta per le famiglie, come forma di prevenzione della perdita di lezioni in caso di assenza (anche non Covid), ipotizzando l’erogazione di DAD attraverso streaming provinciali e programmi omogenei. Strettamente connesse al tema DAD appaiono le criticità legate alla qualità della connettività e alla disponibilità di dispositivi.

▪ Anche l’organico docenti preoccupa i genitori: chiamati ad agire – oggi più di prima – come “comunità” educante, attenta sia al recupero delle carenze formative (accumulate durante la chiusura forzata della scuola), che alla gestione degli effetti psicologici del lockdown, soprattutto sui più piccoli e fragili (BES/DSA), per i quali si richiede una maggiore attenzione alle esigenze specifiche. In una minoranza di casi i genitori evidenziano la scelta, generata da sfiducia, di tenere i figli a casa (in istruzione familiare).

▪ Un’ulteriore tematica estremamente rilevante appare essere quella legata ad informazione e comunicazione: i genitori chiedono esplicitamente più qualità, quantità, chiarezza, tempestività, dialogo, condivisione e meno confusione, incertezza, misure calate dall’alto e senza ascolto delle parti coinvolte.

▪ Il tema della chiarezza dell’informazione e dell’affidabilità della comunicazione appare un elemento di criticità rilevante a tutti i livelli istituzionali (soprattutto di Assessorato), ancor più del percepito di competenza, credibilità e coerenza: i genitori manifestano smarrimento di fronte alle incongruenze (di forma e contenuto) che si manifestano nelle esternazioni dei diversi organi, tra gli ultimi e più eclatanti esempi quelli relativi a (mancato) sostegno alle famiglie, gestione degli assembramenti nei trasporti (prima/dopo salita sul mezzo) e distribuzioni delle mascherine … pubblicizzata e mai avvenuta, con i genitori costretti a fornirle ogni giorno ai propri figli per entrare in classe.

Non è mancato il consueto uso strumentale del questionario, utilizzato da una micro-minoranza per criticare la realizzazione della ricerca e la classe politica (ritardi e approssimazione nell’organizzazione del rientro, disinformazione, spreco di risorse nell’acquisto dei banchi) … a fronte di chi ha invece ringraziato la Consulta dei Genitori per l’impegno nel cercare di migliorare la scuola.

Il messaggio della Consulta: «Per evitare inutili polemiche e sterili strumentalizzazioni si è deciso di diffondere la presente anticipazione dei risultati, rimandando al post-voto (compresi eventuali ballottaggi) la pubblicazione integrale dei dati».

 

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