Acque minerali, si cambia Concessioni messe a gara

Acque minerali, si cambia e arriva la gara per le concessioni. È questa la principale novità dello schema di disegno di legge esaminato dalla giunta che ridisciplina anche i permessi di ricerca, prevedendo anche l’introduzione di una procedura aperta, basata sull’indizione di una gara, per la scelta del contraente. Il disegno di legge non include invece le acque termali, che continueranno a essere disciplinate dalla legge provinciale 6 del febbraio 1988.
Il disegno di legge recepisce l’impianto normativo europeo, che prevede il ricorso alle procedure a evidenza pubblica per la scelta del concessionario, in luogo dell’attuale regime, che disciplina il rilascio della concessione su presentazione di istanza di parte. In particolare, per quanto riguarda la risorsa acqua minerale, viene tenuto conto di come abbia assunto nel tempo valenza di bene primario e quindi da tutelare sempre più attentamente, in ragione delle caratteristiche di purezza originaria, tenore in minerali e oligoelementi ed eventualmente per i loro effetti benefici sulla salute.
Per consentire il passaggio tra il vecchio e il nuovo impianto normativo si prevede un regime transitorio che salvaguarda i permessi di ricerca e le concessioni esistenti alla data di entrata in vigore della nuova legge. Le concessioni la cui scadenza è prevista entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della nuova disciplina saranno prorogate fino alla conclusione della procedura di assegnazione, che dovrà essere indetta entro il 31 ottobre 2021.
Allo stato attuale sono quattro le concessioni di acque minerali da imbottigliamento interessate: Fonte Alpina e Palon (miscelate nella Pejo Fonte Alpina, nel comune di Peio), Prà dell’Era (nei comuni di Carisolo, Pinzolo e Giustino), Levico Casara (in comune di Levico Terme); Cedea (in comune di Canazei). Vi è inoltre una concessione di minerali solidi: miniera Dosseni (in comune di Roverè della Luna).
<+nero>Permessi di ricerca<+testo>: il ricercatore richiede il riconoscimento della qualifica di acqua minerale al competente Ministero ai fini di consentire alla Provincia di mettere il bene a gara; viene meno il diritto di prelazione del ricercatore nel rilascio della concessione ed il ricercatore partecipa alla gara al pari degli altri concorrenti; viene riconosciuto al ricercatore che non risulti aggiudicatario un rimborso delle spese sostenute per la ricerca, incluso il diritto proporzionale e per il riconoscimento ministeriale, nonché un equo compenso calcolato tenendo conto del valore dello sfruttamento economico del giacimento.

Concessioni minerarie.
Il rilascio di nuove concessioni e il rinnovo di quelle in scadenza sono subordinati all’esperimento di una procedura aperta da parte della Provincia, sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa, tenuto conto anche degli aspetti qualitativi, ambientali e social. I comuni territorialmente interessati, su delega della Provincia, possono indire direttamente la gara; il canone di concessione, articolato in due componenti, quella fissa legata alla superficie corrispondente all’area in concessione, e quella variabile legata alla quantità d’acquaprelevata nel caso di acque minerali ovvero legata al volume degli scavi effettuati in miniera, viene corrisposto interamente alla Provincia, fatta salva la possibilità di assegnare una parte della quota variabile ai comuni o loro forme associative nell’ambito del protocollo di finanza locale. Nei casi in cui i comuni indicano la gara, la quota di canone spettante è aumentata di un’ulteriore percentuale proporzionata alle spese sostenute dal comune da individuarsi nell’ambito del protocollo di finanza locale. La quota variabile del canone viene posta a base d’asta.

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