Il liceo Da Vinci si allarga: 6 nuove aule nell'ala est ma saranno pronte a novembre

di Giorgio Lacchin

Nessun bombardamento, soltanto lavori in corso. E che lavori!

L’ala est dell’edificio che ospita il Liceo scientifico Da Vinci è un operoso cantiere: i pavimenti vengono sbriciolati, i solai rifatti.
«Non saremo pronti per il 14 settembre, questo è ovvio, ma per novembre sì», confida la dirigente Valentina Zanolla. Al suo fianco il direttore dei lavori Mattia Decarli annuisce.

Nell’ala est verranno ricavate 6 aule.
Era abbandonata da più di 10 anni: prima ospitava il Liceo linguistico, e prima ancora il Seminario minore.
Era tutto Seminario minore, qui. Il palazzo ha più di cent’anni ed è gigantesco e il Da Vinci ha occupato quegli spazi (ti chiedi: quanti preti c’erano, una volta?, ma questa è un’altra questione). Ogni anno ne viene recuperata una parte - ora tocca all’ala est e anche alla sud - perché il numero degli studenti continua ad aumentare.

In attesa che l’ala est sia completata, il Da Vinci trasforma in aule normali la mediateca, il teatro, l’aula ceramica, l’aula proiezioni e quella di storia dell’arte e disegno.
«Il professore di disegno ha chiesto di poter insegnare all’aperto, almeno all’inizio, meteo permettendo», rivela Zanolla.
Di certo la dirigente lo permetterà: «Perché no?», sorride dietro la mascherina, indicando i tavoloni sotto il portico, lungo il muro che delimita la scuola.
«Lo spazio è bello, le prese elettriche sono vicine, certo che si può fare!».

Anche gli studenti hanno fatto un sacrificio: rinunciano infatti all’aula del Collettivo dove preparavano le assemblee. «Un sacrificio temporaneo», assicura la dirigente, «perché quello spazio, come i laboratori e il teatro, torneranno alla destinazione originaria quando saranno pronte le aule dell’ala est».
Il Da Vinci è una cittadella abitata da 1.437 studenti. Fermiamoci un attimo: Andalo conta meno abitanti (1.124 il 31 dicembre 2019; non uno di più!), Calceranica idem (1.352), Fiavé pure (1.075). E potremmo andare avanti mettendo in fila fior di comuni, e fior di sindaci. Il “sindaco” del nostro liceo - la sindaca - attende con ansia l’inizio dell’anno scolastico.
«L’anno scorso avevamo 64 classi, quest’anno 69. Dieci classi contano 25 studenti: occuperanno gli spazi più grandi, gli ex laboratori, appunto, e il teatro. Tra gli studenti va rispettata la regola della distanza di un metro da bocca a bocca, e di 2 metri dallo studente alla cattedra. Comunque siamo riusciti a mantenere intatti i gruppi-classe: per i ragazzi è importante».

In ogni aula ci saranno disinfettante, gel igienizzante e bidoncino a pedale per i rifiuti Covid. La corretta posizione dei banchi verrà indicata da striscioline adesive sul pavimento.
I mille e passa studenti entreranno a scuola da 8 ingressi. Otto ingressi vuol dire altrettanti termoscanner.
«Un tot numero di classi adopererà un ingresso, un altro gruppo ne adopererà uno diverso, e così via». Verranno affissi dei cartelli con tutte le indicazioni.
Impossibile sbagliare.
Le tre palestre non sono più sufficienti: l’educazione fisica verrà svolta all’esterno, quando si potrà, e nelle prime ore del pomeriggio, a turno, terminando comunque non oltre le 14.30.

I lavori di adeguamento dell’edificio sono costati mezzo milione di euro ma il prezzo maggiore, in questo tempo difficile, lo paga la socialità: saltano le attività integrative pomeridiane che prevedono classi miste (l’arrampicata, per esempio) perché i gruppi-classe non vanno mescolati. «Speriamo almeno di salvare il coro», sospira la dirigente.

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