Ripartenza delle scuole trentine incontro fra Provincia e sindacati «Ancora tante domande senza risposta»

«Incontro deludente»: così Flc del Trentino definisce il confronto di ieri pomeriggio con i vertici del Dipartimento Istruzione e del Dipartimento salute sulle linee guida 6-19 e la ripartenza della scuola. Troppi i nodi critici non ancora risolti che contrastano la realizzazione delle condizioni indispensabili per la riapertura delle scuole.

Per il sindacato appaiono poco comprensibili e razionali alcune scelte come la previsione della misurazione della temperatura all’ingresso e della mascherina solo per il personale della scuola e non per gli studenti.

«Abbiamo espresso grande preoccupazione per l’insufficiente chiarezza nelle risposte, in particolare per quanto riguarda il problema dei trasporti, la tutela dei lavoratori fragili, la gestione dei lavoratori in quarantena, la regolazione contrattuale del lavoro agile del personale Ata, il riconoscimento di ore o di permessi per lo svolgimento delle attività del referente Covid», dice la segretaria Cinzia Mazzacca.

Anche all’incontro di ieri, come nei precedenti - sottolinea il sindacato - «le risposte sono arrivate solo parzialmente, come sono rimaste lettera morta le sollecitazioni sulla questione aperta delle responsabilità di cui dirigenti e personale devono farsi carico nei confronti degli studenti».

La Flc ha inoltre richiesto chiarimenti in merito alle risorse stanziate a favore delle scuole per far fronte alle esigenze della didattica per il recupero degli studenti promossi con carenze formative. «Ad oggi la previsione delle risorse necessarie è stata fatta dalle norme nazionali mentre non c’è chiarezza a livello provinciale».


Il MESSAGGIO DELLA MINISTRA AZZOLINA - “Lavoriamo tutti insieme e riconsegniamo le scuole ai nostri studenti: il Paese ce ne sarà riconoscente. Abbiamo una responsabilità storica grande. Sarà un anno duro. Ma anche l’inizio di un percorso diverso. Avremo le risorse dall’Europa con cui costruire la scuola di domani, a partire dagli insegnamenti di questi mesi. Abbiamo le idee e il coraggio per realizzarle”. Lo scrive la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in una lettera inviata ai docenti, ai presidi e a tutto il personale scolastico alla vigilia della riapertura della scuola.

“Respingeremo sempre con forza le insinuazioni che mirano a gettare discredito sulle istituzioni scolastiche e soprattutto su chi ci lavora - ha aggiunto la ministra -. Come quelle che danno già per certa una fuga ipotetica di insegnanti dalle classi. O le narrazioni secondo cui non ci saranno corsi di recupero perché i docenti si rifiutano di farli. Traduzioni semplicistiche che rischiano di fare danno al sistema. Dimostriamo ancora una volta che il corpo dei docenti è sano. Composto da insegnanti che ci credono. Che amano il proprio lavoro e lo svolgono con professionalità e impegno”.

Già a giugno è stato varato il Piano per la ripartenza di settembre, preparato insieme ai tanti attori del sistema scolastico e istituzionale. Da allora - scrive la ministra - non ci siamo mai fermati. Abbiamo collaborato con le autorità sanitarie per avere regole condivise. E se queste sisono evolute nel corso dell’estate è perché il quadro di una pandemia non è una fotografia, non è statico, e al mutare delle condizioni la politica può e deve prendere nuove decisioni. Lo abbiamo fatto. Oggi abbiamo regole chiare, tra le più rigorose in Europa”.

“Ci troveremo a convivere con regole di sicurezza da rispettare e con una maggiore attenzione agli aspetti sanitari. Non era mai successo prima - affaerma ancora Azzolina -. So che c’è preoccupazione, è comprensibile. Ci darà sostegno la garanzia del gran lavoro fatto. Lo dico senza alcun trionfalismo, ma con soddisfazione: dati alla mano, nessuno in Europa si è impegnato così tanto nei mesi estivi per preparare la scuola a questa nuova stagione”.

La ministra promette che non ci saranno più classi pollaio. Nella lettera spiega che i fondi ci sono: “Porteremo avanti questo percorso. Così come dobbiamo immaginare e realizzare un Piano pluriennale di investimenti sull’edilizia scolastica, grazie all’impiego delle risorse provenienti dal cosiddetto Recovery Fund. Abbiamo un obiettivo preciso, da raggiungere in tempi certi: dotare il nostro Paese di scuole migliori, più sicure e funzionali alle esigenze di studentesse e studenti”.

Il vertice con la Francia - Una “coalizione tra i nostri Stati membri per informare delle nostre azioni e andare avanti congiuntamente per attuare le migliori misure possibili sull’offerta di un’istruzione scolastica sicura per tutti”.

Questo il primo punto degli impegni sottoscritti in una dichiarazione congiunta del direttore Regionale per l’Europa dell’Oms Hans Kluge e del ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del summit con 53 Paesi. I Paesi si sono impegnati poi a condividere una serie di dati per raccogliere più informazioni sull’impatto del Covid-19 sui bambini, le loro famiglie e le comunità in funzione delle politiche future e si sono impegnati a preservare l’equità come principio guida fondamentale. “Non possiamo lasciare che i bambini diventino le vittime nascoste di questa pandemia”, si legge nella dichiarazione.

4 misure chiave per riduzione rischio - Quattro misure chiave la riduzione del rischio negli ambienti scolastici: dalle norme di igiene base, al distanziamento, a politiche specifiche per bambini a rischio con esigenze di apprendimento o condizioni di salute speciali, nonché per docenti con condizioni di salute che li rendono vulnerabili a infezioni più gravi. Promossa la didattica online in particolari situazioni. A sottoscriverle nella dichiarazione congiunta l’Oms e il ministro della Salute.

In particolare, si legge, “è realistico preparare e pianificare la disponibilità dell’ apprendimento online per integrare l’apprendimento scolastico nel prossimo anno scolastico”.Necessario in caso di chiusure temporanee, o durante la quarantena episodica, o a integrazione per l’apprendimento scolastico in circostanze in cui i bambini alternano la presenza scolastica per rispettare le esigenze di allontanamento fisico nelle aule più piccole”.

“Ancora una volta l’Italia in prima fila per elaborare strategie utili per combattere il coronavirus. Grazie al ministro @robersperanza oggi 53 Paesi si confrontano con l’Oms sulla riapertura delle scuole in sicurezza. Questa oggi è la nostra priorità”, ha scritto il premier Giuseppe Conte su twitter.

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