«Portate Chico Forti in Italia» Salvini scrive alla Casellati «Interceda con la Florida»

«Desidero richiamare la Sua attenzione sul caso giudiziario di un cittadino italiano, il trentino Enrico Chico Forti, del quale probabilmente conoscerà già la tragica vicenda». Inizia così una lunga lettera che il leader della Lega, Matteo Salvini, ha inviato alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, per chiederle di intercedere con il governatore della Florida per porre fine al «dramma» del nostro concittadino - rinchiuso in un carcere di massima sicurezza di Miami ormai da più di venti anni - riportandolo, anche da carcerato, in Italia.

«C’è un iter burocratico da seguire e, come primo punto, ci deve essere il consenso del Governatore della Florida», spiega Salvini nella lettera, «ed è per questo che mi rivolgo a Lei, on. Casellati, per un Suo autorevole intervento presso il governatore Ronald Dion DeSantis (italo abruzzese) affinché faccia questa concessione in tempi brevi, dal momento che Enrico Forti è al limite della sopportazione umana dopo più di venti anni di reclusione nelle terribili carceri americane. Del caso si stanno interessando molte persone della politica, del giornalismo, del mondo dello spettacolo e numerosissimi cittadini italiani».

Della vicenda, scrive ancora Salvini, «è stata anche interessata l’attuale Consigliera per gli affari politici dell’Ambasciatore americano Lewis Eisenberg, signora Kimberly Krhounek».

«Io credo - aggiunge rivolgendosi a Casellati - che un Suo intervento o una lettera come Presidente del Senato della Repubblica Italiana, avrebbe una rilevante importanza presso il Governatore della Florida. Questa vicenda non ha colore politico e credo che sia giusto che il governo italiano agisca in difesa di un suo cittadino in estrema difficoltà all’estero e faccia valere i suoi diritti. Enrico Forti ha sempre rigettato ogni forma di patteggiamento, forte della sua innocenza. E la dignità dimostrata in tutti questi anni di reclusione fa onore alla fierezza di essere italiano».

«All’epoca della sua condanna - ricorda ancora il leader della Lega - Chico aveva tre figli in tenera età e una madre (ora novantaduenne), che ha visto una sola volta da allora. RingraziandoLa per l’attenzione che vorrà dare a questa drammatica vicenda umanitaria, sia come donna che come rappresentante delle Istituzioni della Repubblica Italiana, Le invio cordiali saluti».

«Il 15 giugno 2000 Chico - è la ricostruzione della vicenda che Salvini fa nella lettera - è stato condannato all’ergastolo per un delitto del quale si è sempre professato innocente. La pena inflitta dal giudice, dopo un processo sommario, è stata quella della condanna all’ergastolo senza sconti. Enrico Forti uscirà di prigione solo da morto. La sentenza ha lasciato esterrefatti i presenti e quanti avevano seguito il dibattimento processuale, increduli che una giuria avesse potuto emettere »oltre ogni ragionevole dubbio« un verdetto di colpevolezza sulla base di flebili, confuse e fantasiose prove circostanziali. Per dimostrare la sua innocenza sono stati presentati numerosi ricorsi a tutti i livelli delle varie Corti di Appello statali dello Stato della Florida. Alla base delle richieste c’è tutta una documentazione atta a dimostrare che si è trattato di un clamoroso errore giudiziario e che Enrico Forti è stato condannato ingiustamente. Tutte le richieste di appello sono state però respinte senza discussione e senza opinione». E «in questa drammatica situazione - sottolinea il leader leghista -, l’unica speranza di Enrico Forti è quella dell’intervento diplomatico del Governo Italiano».

Salvini non è il primo politico a prendere posizione: anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’anno scorso, aveva inviato un appello alle autorità americane.

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