Facoltà di medicina a Trento: 60 posti, però ci sono già 450 domande di matricole

Medicina a Trento piace, ancora prima di partire: saranno quattrocentocinquanta le aspiranti matricole che il 3 settembre tenteranno di approdare nel capoluogo, avendolo indicato come prima delle tre possibili scelte. Oltre un centinaio le “preferenze” accordate - inevitabilmente sulla fiducia - da parte di studenti che non risiedono in regione.

Tutti in lizza per uno dei sessanta posti che la scuola di Medicina e Chirurgia mette a disposizione. «Sono dati che non possono che fare piacere - ha commentato il rettore Paolo Collini - e che si riferiscono solo a coloro che hanno indicato Trento come prima delle tre scelte possibili. Se a questi aggiungiamo quelli che hanno indicato il nostro corso di laurea come seconda e terza scelta arriviamo a circa un migliaio di richieste. Come numeri di partenza non c’è che da esserne entusiasti».

Delle quattrocentocinquanta aspiranti matricole, i trecentocinquanta residenti in Trentino Alto Adige si ritroveranno negli spazi di Trento Fiere il 3 settembre, per il test nazionale. Assieme ad altrettanti studenti che invece hanno scelto di tentare l’accesso ad altre facoltà di medicina: da quest’anno, infatti, ogni università mette a disposizione i propri spazi per i test anche per altre sedi: la prova va sostenuta infatti non nella sede di preferenza ma in quella di residenza e Trento è sede della prova per la regione. Per quel che riguarda la didattica, a regime l’organico sarà forte di trenta - trentacinque docenti. Un numero che crescerà in maniera graduale, dato che il corso di laurea parte ex novo. «Per i primi due anni potremo contare su un organico compreso tra le venti e le ventiquattro persone - spiega Collini - e per il 90% di loro saremo autosufficienti. Potremo contare cioè su docenti già parte del nostro Ateneo, in particolare di quelli di biologia, del Cibio. A partire dal terzo anno questa nostra autosufficienza scenderà inevitabilmente, credo ci attesteremo attorno al 50%, anche perché crescerà il numero complessivo di docenti, che salirà fino a toccare un numero di unità compreso tra le trenta e le trentacinque. Per questo già nel corso del prossimo anno accademico inizieremo a promuovere il reclutamento».

Un impegno in più per l’Università, che si aggiunge agli sforzi dei mesi appena trascorsi: «L’impegno per far decollare questa iniziativa già dall’anno accademico 2020-2021 senza per questo mettere in difficoltà altre aree disciplinari è stato straordinario. Vogliamo fare la nostra parte con responsabilità e competenza a favore della salute e del territorio», ha aggiunto Collini. Grande la soddisfazione anche di Daniele Finocchiaro, presidente del consiglio di amministrazione dell’Università: «Attorno a questo progetto si è ricompattato tutto il territorio trentino, riconoscendo la centralità dell’Ateneo. Sono certo che anche con questo corso di studio l’Università di Trento confermerà le caratteristiche di dinamicità e innovazione che la contraddistinguono, offrendo un percorso multidisciplinare fondato sui propri dipartimenti di eccellenza e sulle competenze del proprio personale tecnico-amministrativo».

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