Il lupo fa strage di pecore a Malga Sass: uccisi otto dei 30 esemplari del gregge La rabbia dei proprietari: «Ora basta»

di Daniele Benfanti

«Così non può andare avanti. Orsi e lupi stanno distruggendo l’allevamento e il turismo montano trentino». Marco Casagranda, allevatore di Bedollo, è arrabbiato. Gestisce con altri due soci malga Sass, a quota 1950 metri, sopra Valfloriana.

È lì, nei pascoli nei paraggi della malga, che nel tardo pomeriggio di martedì un branco di lupi ha ucciso otto delle trenta pecore che stanno passando l’estate in quota. Prima tre e poi altre cinque.

Si tratta di agnelle razza frisona. Altre due pecore hanno riportato segni di morso al collo, ma sono sopravvissute. «L’attenzione è massima - spiega l’allevatore - e sappiamo che quassù ci possono essere i lupi, che arrivano dal Lagorai più interno. Purtroppo l’altro pomeriggio c’era nebbia e i lupi hanno approfittato del temporale, perché la sera tiriamo sempre le greggi nelle stalle. I forestali, che sono intervenuti per i rilievi, ci hanno confermato che non può essere stato un lupo solitario, ma si tratta di un branco». Branco che si è cibato solo di una delle pecore abbattute. Nel caso delle altre, sono state tolte le budella e basta, per un eventuale nuovo passaggio, come spesso accade nell’etologia dei lupi.

Casagranda non ha avuto grossi danni in passato. È il primo vero attacco da parte di lupi: «Grazie alle precauzioni, al ricovero delle pecore nella stalla la notte, finora avevamo resistito. L’anno scorso era arrivato un cane randagio, che si comporta più o meno come i lupi. Abbiamo paura. Per noi quelle pecore erano come figlie».

Moreno, figlio di Marco, è pastore, casaro, imprenditore agrituristico: «Mercoledì a Trento gli animalisti hanno manifestato contro l’abbattimento degli orsi pericolosi. Ecco, noi che viviamo e lavoriamo in montagna non abbiamo tempo di protestare. Noi contadini e allevatori dobbiamo stare sempre qua. Tutti i giorni! Ma non vuol dire che va bene così. Ci pare che la giunta Fugatti abbia le mani legate. Si aspetta sempre Roma. le nostre pecore fanno il formaggio, mantengono il territorio con il pascolo e fanno turismo. Turismo e didattica della natura, con le fattorie didattiche. Ditemi che turismo creano orsi e lupi.

Mi dicono che i turisti non vanno più in certe zone. Hanno paura. Mi chiedo perché non risolviamo questo problema dei grandi carnivori. Ci abbiamo messo secoli a eliminare il problema e in vent’anni siamo tornati a soccombere.

Ma purtroppo oggi, se tocchi un capello a una formica, passi per assassino.
Per la politica non è facile, ma noi dobbiamo vivere e c’è il rischio che in montagna non voglia venire, per paura, più nessuno».

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