I cellulari che usiamo sempre dannosi per la natura e l'uomo

di Marco Bridi

Gli alunni della terza A della medie Fogazzaro hanno riassunto nel video «Smart? ma non troppo» un percorso triennale interdisciplinare di italiano, geografia e tecnologia su un progetto di educazione alla cittadinanza globale quanto mai interessante. Guidati da Silvia Ricci, responsabile della formazione nelle scuole dell'Associazione Mazingira con le docenti Maria Teresa Mauro e Rita Palma, i ragazzi hanno riflettuto sull'impatto socio-ambientale della filiera produttiva delle moderne tecnologie, imparando cose che in precedenza non consideravano: che la costruzione di un cellulare e di tutti gli apparecchi tecnologici che usiamo quotidianamente è complessa, lunga, impattante e anche dolorosa.

Per estrarre le materie prime necessarie alla loro produzione, sono coinvolte le popolazioni dei paesi più poveri e nel processo estrattivo e non solo s'inquina e si distruggono risorse ambientali preziose, oltre a fomentare guerriglie e distruggere villaggi. E ancora: per l'assemblaggio degli strumenti tecnologici è utilizzata su larga scala la manodopera minorile.

Durante il percorso sono stati prodotti un video di "contro-informazione" per sensibilizzare i coetanei, ma non solo, sul "lato oscuro" della produzione degli apparecchi elettronici e un altro video, sotto forma di intervista, per esplorare il rapporto quotidiano che i ragazzi hanno con i device moderni. Quest'anno, infine, gli alunni si sono divertiti a giocare e con auto-ironia hanno vestito i panni di attori, per cercare di raccontare il rapporto della nostra società con le nuove tecnologie, spaziando dalla disinvoltura e dall'abuso con cui i nativi digitali si accostano a tali strumenti, fino all'incredulità e alla difficoltà dell'utilizzo degli stessi da parte dei più anziani, immedesimandosi nei comportamenti e nelle modalità con cui vivono il digitale i propri genitori e i propri nonni, sviluppando altresì in loro stessi la consapevolezza dell'uso eccessivo che fanno quotidianamente dello smartphone. Partner del progetto (co-finanziato dalla Provincia) sono stati: le associazioni In Medias Res, Docenti Senza Frontiere, Viração&Jangada e il Muse.

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