Ambientalisti compatti per salvare l'orsa JJ4 e la Lav fa ricorso al Tar

di Nicola Maschio

Impedire l’uccisione dell’orsa JJ4, la quale ha agito (probabilmente) per difendere i propri cuccioli. Ha le idee chiare il Coordinamento ambientalista e animalista composto da Enpa, Lav, Lac, Legambiente, Lipu, Eppaa e Wwf del Trentino, schierato con forza contro l’ordinanza provinciale che, dopo l’aggressione ad un uomo e suo figlio qualche settimana fa, ha previsto l’abbattimento dell’animale. Un provvedimento definito «scellerato» dai membri del Coordinamento, soprattutto alla luce del fatto che, proseguono questi ultimi, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti non ha considerato realmente i fatti prima di procedere con il via libera all’uccisione.

Come evidenziato in una nota dalle associazioni ambientaliste e animaliste, JJ4 ha infatti agito in modo difensivo, con l’esclusivo intento di proteggere (se presenti) i propri cuccioli. L’uomo e suo figlio, entrati in contatto con l’orsa, si sarebbero trovati infatti in un territorio già popolato da esemplari femmine spesso accompagnate da piccoli. Il Coordinamento dunque richiede, in primo luogo, un nuovo esame degli elementi che hanno portato alla decisione dell’abbattimento, scelta che non può essere dettata da «reazioni inconsulte e da isterismi, bensì dal metodo e dalla razionalità».

«Con questa decisione, la Giunta è riuscita in qualcosa di storico: compattarci come mai successo prima. E così resteremo, per opporci a simili situazioni» ha sancito Sergio Merz della Lipu, durante l’incontro organizzato ieri dal Coordinamento al Bosco della Città di Trento, occasione per porre l’attenzione tanto sull’orsa in sé quanto su altri aspetti che, seppur non inerenti direttamente l’animale, si riflettono sul nostro territorio.

È nei fatti che l’ordine di abbattimento di JJ4, identificata come schiva e anziana, abbia sollevato più di qualche polemica anche oltre i confini trentini, con la possibilità che una simile decisione vada ad impattare negativamente sull’immagine del nostro territorio. In più, aggiungono le associazioni, «il danno potrebbe essere anche economico, considerando la ripercussione che si potrebbe avere sull’indotto turistico e sulla percezione agli occhi nazionali ed europei della nostra Provincia».

«Si parla di abbattimento, ma non può essere così - ha concluso Francesco Mongicì, della Lega per l’abolizione della caccia - I muri e le case si abbattono, ma gli esseri viventi si uccidono. E visto l’operato di questa giunta, da cui mi aspetto veramente di tutto, non mi sorprenderebbe se venisse ucciso un orso a caso, per placare l’intera situazione. Questi politici odiano gli orsi, e se Fugatti si rendesse conto di ciò, ritirerebbe l’ordinanza».

Altri aspetti sui quali il Coordinamento si è soffermato, oltre alla mancanza di formazione e informazione inerenti gli orsi sul nostro territorio, sono alcuni passaggi del Pacobace, documento che regolamenta la gestione dell’orso bruno sulle Alpi: le definizioni di «orso problematico e dannoso» e «baite stagionalmente abitate» non convincono le associazioni, che tuttavia denunciano soprattutto la mancanza di coerenza da parte dell’amministrazione provinciale. Lo stesso Pacobace infatti stabilisce la possibilità di agire nei confronti degli orsi, ma solo dopo attenta analisi delle motivazioni che hanno spinto l’animale a comportarsi in un certo modo.

Intanto la Lav nazionale ha annunciato di aver deciso di impugnare l’ordinanza di abbattimento a firma del presidente Fugatti. «L’ufficio legale della Lav è già al lavoro e il ricorso sarà depositato al Tar di Trento nelle prossime ore – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav dell’Area Animali Selvatici – E’ intollerabile che un’orsa venga condannata a morte senza neppure avere indagato sulle cause che hanno determinato l’incidente».

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