Coronavirus in Trentino Fugatti: «Tutto sotto controllo»

Per il governatore però l'attenzione resta massima

di Zenone Sovilla

«La situazione in Trentino è sotto controllo ma l'attenzione resta massima». Così il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, dopo la scoperta del cluster di nuovo coronavirus a Predazzo (otto soggetti positivi), provocato da una persona che non ha rispettato l'obbligo di autoisolamento al rientro da un viaggio in Kosovo. Una vicenda simile a quella registrata nel Vicentino: un imprenditore contagiato in Serbia e incurante sia della quarantena sia della positività poi diagnosticata, avrebbe infettato alcune altre persone e rifiutato le cure, prima di finire in rianimazione.

Presidente Fugatti, il suo omologo veneto Luca Zaia ha annunciato un'ordinanza per un giro di vite e ha sentito il ministro della salute, Roberto Speranza, per chiedere un inasprimento delle norme su quarantena e ricovero coatto. Dobbiamo attenderci anche in Trentino qualche nuova misura?
«Già venerdì, dopo questo singolo episodio, mi sono confrontato con il direttore del dipartimento prevenzione, Antonio Ferro, e abbiamo convenuto che l'impianto del monitoraggio stretto in atto in Trentino funziona bene. Si continua con 1300-1400 tamponi quotidiani, malgrado non sia sempre facile convincere le persone a sottoporsi al test (c'è chi si preoccupa di finire in autoisolamento). Ma è necessario appunto per continuare a gestire la situazione in modo rassicurante. Devo dire che, salvo qualche movida esagerata, io vedo in giro cittadini molto rispettosi delle semplici norme di sicurezza, del distanziamento fisico e dell'uso della mascherina (molti la indossano anche all'aperto). Quindi al momento non c'è necessità di nuove ordinanze».
Anche lei chiederà al governo norme più severe sulla quarantena?
«Il tema dei controlli e delle sanzioni adeguate è importante. Ma lo avevo già sollevato un paio di mesi fa, ricevendo peraltro anche critiche, perché ovviamente si entra in un terreno delicato che riguarda la libertà personale. In ogni caso ci vorrà una norma nazionale. Noi andiamo avanti con la vigilanza sanitaria diffusa e presteremo particolare attenzione anche agli arrivi dall'estero».

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