Voleva stare in equilibrio sul tetto del treno ma è caduto e ha picchiato la testa

di Marica Viganò

L’autopsia non è ancora stata ufficialmente disposta, ma è un accertamento quasi scontato: l’esito delle verifiche sulle ferite trovate sul corpo del ventenne trovato morto ieri mattina sul tetto di un treno della Valsugana a Primolano potrebbe aiutare gli investigatori a ricostruire cosa sia accaduto nella tragica serata di giovedì.

L’ipotesi è che George Alexandru Ciobanu (nella foto) sia scivolato mentre “atterrava” sul tetto del treno dalla pensilina della stazione di Levico, dunque prima che il convoglio raggiungesse la velocità massima di quel tratto, ossia 65 chilometri orari. Forse neppure un eventuale immediato intervento dei soccorritori lo avrebbe salvato: il medico legale dell’Azienda sanitaria Ulss 7 Pedemontana ha riscontrato un gravissimo trauma cranico, con una ferita profonda che potrebbe essere stata fatale.

Inizialmente si era anche parlato di folgorazione, ma solo perché il radiatore del treno contro cui ha sbattuto, scaldandosi gli ha procurato delle ustioni; ipotesi che però è stata accantonata, dato che la ferrovia della Valsugana non è elettrificata. Sul tragico episodio stanno indagano i carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana, la polfer, gli uomini della quadra mobile di Vicenza. Ma cosa faceva il ragazzo sul tetto del treno? Probabilmente voleva “surfare”, provare a stare in equilibrio su un vagone in corsa.

Una pratica vicina al parkour, disciplina che insegna a superare gli ostacoli attraverso un allenamento fisico e anche mentale, amata da molti giovani perché permette di scoprire e migliorare le proprie capacità motorie. Praticare parkour non significa rischiare la vita in salto acrobatici. George Alexandru, invece, sarebbe stato vittima di un “gioco” spericolato. Avrebbe scelto Levico perché di sera la stazione è deserta e non ci sono telecamere. La videosorveglianza invece è alla stazione del capoluogo e gli agenti della polfer di Trento ieri mattina hanno acquisito le immagini dei binari e le hanno consegnate agli investigatori. Dai fotogrammi è arrivata la conferma che l’incidente è avvenuto prima dell’arrivo del convoglio in città: si vede la sagoma del deceduto sul treno che è in arrivo dalla Valsugana e che poi viene sistemato all’ex scalo Filzi per la notte. Nessuno si è accorto di nulla e l’allarme è arrivato solo da Primolano, il mattino seguente.

Il corpo è rimasto ancorato sul treno, nonostante in alcuni tratti la linea della Valsugana consenta di procedere ad una velocità di quasi 110 chilometri orari.

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