Baby gang, decine di clienti fedelissimi Vorticoso giro di droga: consumatori giovani Sotto la lente anche il pestaggio di un ragazzo

di Flavia Pedrini

Clienti fissi, alcuni “fedelissimi”, che bussavano alla porta dei baby spacciatori anche cinque volte alla settimana per acquistare hashish o marijuana. Clienti giovani - minorenni o poco più che maggiorenni - in grado di sborsare centinaia di euro pur di comprarsi la sostanza stupefacente.

E per chi non riusciva a pagare, c’erano minacce e botte.
È quanto emerge dall’operazione “Canova regna”, che ha portato all’emissione di otto misure cautelari a carico di altrettanti giovani, dai 15 ai 17 anni all’epoca dei fatti (nel frattempo due sono diventati maggiorenni): obbligo di permanenza in casa per quattro e collocamento in comunità per altri quattro. L’indagine, coordinata dal procuratore reggente presso il Tribunale dei minorenni, Alessandro Clemente, non è però finita. Gli inquirenti sono al lavoro per risalire ai canali di approvvigionamento.

Al vaglio degli investigatori della squadra mobile di Trento c’è inoltre un grave episodio: il feroce pestaggio di un ragazzo. Il sospetto è che si sia trattato dell’azione punitiva messa in atto da uno degli arrestati per un debito non saldato.

I clienti e l’acquisto di droga.
Sono venticinque i clienti sentiti dagli inquirenti per ricostruire l’attività di spaccio dei giovanissimi pusher. Tra gli acquirenti ci sono minorenni e ragazzi poco più che ventenni, pronti a mettere mano al portafoglio. Per portare a casa 20-30 grammi di droga sborsavano dai 30 ai 50 euro. Ma alcune volte, soprattutto se la qualità dello stupefacente era alta, c’è chi era pronto a pagare 400 euro per acquistare 50 grammi di marijuana o 350 euro per l’hashish. Insomma, i soldi giravano e c’erano clienti pronti a rifornirsi anche quattro o cinque volte alla settimana, chiedendo ogni volta dai 20 ai 50 grammi di droga. E a chi non poteva pagare, ma aveva “bisogno” di sballarsi, i giovani pusher facevano anche credito.

Il pestaggio di un ragazzo.
Ma la banda non faceva nulla gratis e le minacce verso i clienti “morosi” sarebbero state all’ordine del giorno. Chi non era in grado di saldare il proprio debito poteva “ripagare” i pusher mettendosi al loro servizio, dunque spacciando e scivolando così a sua volta nella rete della criminalità. Agli atti ci sono le pressioni e le minacce rivolte per esempio ad un cliente che doveva pagare 500 euro. Ma c’è anche un episodio, gravissimo, al vaglio degli inquirenti: si tratta del brutale pestaggio di un ragazzo, finito in ospedale e dimesso con una prognosi di 30 giorni. Gli elementi in mano agli investigatori fanno ipotizzare che la vittima sia stata pestata da uno degli arrestati per non avere saldato un debito di 200 euro. Soldi che avrebbe dovuto versare dopo avere spacciato per la banda. Il ragazzo, sentito dagli inquirenti, avrebbe però sostenuto di essersi fatto male cadendo. Una versione che potrebbe essere però frutto della paura e il termometro del clima di soggezione che c’era anche fra chi sgarrava e non rispettava le regole.

Gli accordi e i luoghi dello spaccio.
Secondo quanto emerso dall’indagine gli otto minorenni avevano suddiviso la città in “piazze di spaccio”: a nord Gardolo, Canova e Roncafort, a sud quelle che venivano considerate succursali dello spaccio, ossia Aldeno e Ravina. Ma episodi di spaccio avvenivano anche nella zona del Tridente, in piazza Venezia e anche nella zona del Muse. Dopo i contatti via telefono - con il ricorso a parole in codice come “pantaloni” e “minuti” per indicare la droga - gli accordi per la consegna proseguivano sulle piattaforme social e si concludevano con la consegna.

Caccia ai fornitori.
I giovanissimi, come hanno evidenziato gli inquirenti, erano organizzati e strutturati, per rispondere alla richiesta di droga (il gip non ha però ritenuto sussistente il reato associativo).
La gang, senza timore di essere scoperta, avrebbe spacciato a tutte le ore del giorno e della notte. Ma l’indagine della polizia prosegue ora per risalire ai canali di approvvigionamento della banda e non è escluso che ci fosse anche un livello ?superiore?, in mano a degli adulti.

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