Coronavirus, il governatore Fugatti rassicura: «Pronti a frenare l'ondata di ritorno»

I dati del contagio continuano ad essere tranquillizzanti. Ieri sono stati registrati 3 infettati (tutti da screening, nessun minorenne e nessun ospite di Rsa); zero decessi; 6 ricoverati di cui solo uno in terapia intensiva. Le misure di prevenzione si allentano: da domani, tra l'altro, viene meno l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto e di mettere i guanti al supermercato (ma si raccomanda un'accurata igienizzazione delle mani all'ingresso).

La guardia, però, rimane alta. Non tutti gli epidemiologi credono in una nuova ondata di contagi in autunno. Tutti però sono d'accordo su un punto: bisogna essere pronti a fronteggiare un eventuale colpo di coda del Covid 19.

Ieri il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, nel comunicare gli ultimi dati epidemiologici, lo ha sottolineato. Tra le misure utili a tenere la guardia alta ci sono i tamponi: 1735 sono stati fatti nelle ultime 24 ore. «Abbiamo superato la soglia dei 100.000 tamponi totali - ha sottolineato Fugatti - siamo al 19% della popolazione contro il 14% del Veneto, un dato indicativo ma non del tutto corretto perché ci sono persone a cui il test è stato fatto più volte. Abbiamo creato un sistema pronto ad intervenire in tempi rapidi qualora ci dovesse essere un contagio di ritorno, situazione che ci auguriamo non si avveri ma per cui dobbiamo essere pronti. Rispetto al passato abbiamo però un bagaglio di conoscenze che ci consentirà di affrontare in modo lineare un'eventuale ondata di ritorno».

In caso di ritorno in forze del Covid 19 è importante intercettare subito gli eventuali nuovi contagi. L'Azienda sanitaria ha messo in piedi un sistema di monitoraggio, delle "sentinelle" anti Covid 19. «Abbiamo già adottato delle misure di monitoraggio molto stringenti - ha spiegato il dottor Antonio Ferro, dirigente del Dipartimento di prevenzione - soprattutto attraverso gruppi di contact tracing con grandi capacità anche per l'esperienza maturata sul campo in queste settimane. Rispetto all'inizio della pandemia ora abbiamo una maggiore capacità di isolare i casi e di fare tamponamenti su larga scala». Per giocare d'anticipo rispetto ad una possibile ondata di ritorno, viene monitorata una serie di indicatori: accessi ai pronto soccorso per patologie respiratorie, dati sui trasporti primari e secondari; la percentuale di positività dei tamponi; la mortalità.

«Sono tutti indicatori - spiega il dottor Ferro - che ci permettono di intervenire molto rapidamente in caso dovessimo ricevere degli alert. La struttura ospedaliera come si è chiusa a fisarmonica è pronta a riaprirsi in caso di necessità. Io comunque sono moderatamente ottimista. Quello che mi preoccupa ancora - prosegue Ferro - soprattutto adesso che abbiamo ritenuto opportuno togliere l'obbligo di mascherina all'esterno, è il distanziamento, soprattutto tra i giovani. I dati dei 5 comuni (dove sono stati fatti test sierologici su tutta la popolazione, ndr) mostrano che la percentuale di positività è superiore tra i giovani. Poiché adesso la maggior parte dei positivi sono soggetti o asintomatici o paucisintomatici, per ridurre i rischi è fondamentale mantenere il distanziamento e stare all'aria aperta».

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