L'epidemia? Si batte cooperando Il dialogo tra l'economista Cipolletta e il neurobiologo vegetale Mancuso

di Denise Rocca

Quale tipo di governance è la più adatta al mondo attuale alla luce di quanto è successo con il Coronavirus? E la competizione, che l'economia ha incentivato anche in altri ambiti del vivere umano, è il sistema migliore per progredire? Se lo sono chiesti ieri in un dialogo online l'economista Innocenzo Cipolletta e il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, che dal mondo vegetale ha tratto qualche utile lezione che potrebbe fare comodo anche alla specie umana, quella che crede fra tutte le specie viventi di essere superiore.

«Abbiamo questo grande cervello che ci permette di scrivere la Divina Commedia, dipingere la Cappella Sistina e teorizzare la relatività - spiega Stefano Mancuso -. Per forza siamo meglio, non saremo mica come un albicocco o una mucca? Ecco nessuno di noi vacillerebbe nel sostenere il nostro essere migliori. È questo meglio che è sbagliato concettualmente. Che vuol dire meglio? Nella gara della vita qual è l'obiettivo secondo il quale definirci meglio?  L'obiettivo principale è la propagazione della specie, se ci chiediamo gli esseri umani come sono messi in questa gara della sopravvivenza della specie ci rendiamoci conto che la vita media di una specie sulla Terra è di circa 5 milioni di anni, noi Homo Sapiens siamo qui da soli 300 mila anni, significa che dovremo vivere altri 4 milioni e 700 mila anni. Ecco qui sono certo che nessun creda che saremo in grado di raggiungere la vita media di una specie sul nostro pianeta: la quantità di disastri che abbiamo combinato e continuiamo a combinare con un'efficienza che è pari a quella con la quale li risolviamo, non ci permette di pensare di sopravvivere così a lungo».

Una gara, quella della sopravvivenza della specie, nella quale gli esseri umani non sono particolarmente "meglio", anzi.
Il modello economico che ha prevalso ad oggi è quello competitivo, che ha generato anche un consumo di risorse eccessivo - l'Uomo è un "super predatore" per Mancuso, consuma molto più di quanto avrebbe bisogno - come risolvere le contraddizioni di un sistema che non ci permette di arrivare ai nostri 5 milioni di anni di vita media? Secondo Innocenzo Cipolletta con un forte investimento in tecnologia, che permette di ridurre i consumi, e il riutilizzo delle risorse sui cui lavora l'economia circolare. Dal mondo vegetale si può anche apprendere che l'evoluzione non è nella competizione, ma nella cooperazione.

«La gara della vita si vince con la cooperazione - afferma Mancuso - i più grandi cambiamenti in natura lo dimostrano derivando da processi di fusione, pensiamo alle cellule». La governance del Coronavirus sembra dimostrare che la competizione non è, in effetti, efficiente. «La pandemia ha dimostrato che il concetto di nazione è fortemente artificiale, il virus non ha badato ai confini - ha spiegato Cipolletta - e le misure per contenerlo non sono state coordinate. Ci vorrebbe una sorta di nazione mondiale. Temo però che dovremo passare da una fase oscurantista (pensiamo alla recrudescenza dei nazionalismi, alla gara per il vaccino per assicurarsi le dosi necessarie alla propria nazionale) prima di arrivare a imparare da questa pandemia e capire che il mondo è uno solo, l'umanità è una sola e come tale va governata».

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