La frase di Sgarbi su Silvia Romano: sei consiglieri provinciali chiedono che venga rimosso dal vertice Mart

Sei consiglieri provinciali di monoranza hanno scritto una lettera al presidente Fugatti, chiedendo di valutare la rimozione del presidente del Mart Vittorio Sgarbi, in seguito alla sua recente dichiarazione sul caso di Silvia Romano («si è convertita? Va arrestata).

«Il presidente del Mart, in un post del 10 maggio 2020 su Facebook, a proposito della liberazione di Silvia Romano, sostiene che la cooperante italiana va arrestata per concorso esterno in associazione terroristica, in quanto convertita all’Islam, così affermando una inaccettabile equazione tra una fede religiosa e un comportamento criminale; tale grave affermazione, oltre a negare le libertà garantite dagli articoli 3 e 19 della Costituzione italiana, seppure comunicata a titolo personale, non può che riverberarsi sull’immagine del Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto che egli presiede; il Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto è un ente di rango provinciale, espressione dell’intera comunità trentina ma anche in modo speciale delle due maggiori città, che sono evocate nel suo nome; la Provincia di Trento si è sempre distinta, attraverso leggi e scelte politico-istituzionali, nonché svariate iniziative, per la sua grande attenzione alla solidarietà internazionale, alla pace, al dialogo tra le culture e le religioni; la città di Trento è nota nel mondo anche per il messaggio ecumenico di fraternità universale e interreligiosa proposto dalla fondatrice del Movimento dei Focolari Chiara Lubich (di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita) e si propone come città aperta, solidale e dialogante; la città di Rovereto è nota nel mondo per il messaggio di pace e fratellanza della Campana dei Caduti Maria Dolens, che ogni sera rintocca dal colle di Miravalle, idealmente rivolta a tutte le donne e a tutti gli uomini di buona volontà del mondo; i sottoscritti consiglieri provinciali (capigruppo, garante delle minoranze, componenti della commissione cultura), ribadiscono che la “voce” di un museo come il Mart dovrebbe essere quella della civiltà e della cultura, lontana da ogni intolleranza e strumentalizzazione ideologica; chiedono alla presidenza della Provincia e all’assessorato provinciale alla cultura di considerare le gravi ripercussioni di immagine sul Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto determinate dalla nuova esternazione social del presidente del Mart e di considerare attentamente l’opportunità di prendere decisioni al fine di tutelare l’immagine, la credibilità e il ruolo culturale, a livello nazionale, del Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto».

La lettera è firmata dai consiglieri provinciali Paolo Ghezzi, Alex Marini, Ugo Rossi, Giorgio Tonini, Paola Demagri, Sara Ferrari.

Il post di Vittorio Sgarbi

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