Dalle minoranze del Consiglio un «Piano per il Trentino» alternativo alla Giunta

Un piano di interventi immediati per fronteggiare l’emergenza e costruire sul medio periodo le basi per consolidare gli interventi sociali e rafforzare l’encomia trentina. Lo propongono i consiglieri di minoranza del Consiglio provinciale di Trento, che, attraverso i capigruppo di Pd, Futura, Movimento 5stelle, Patt e Upt, hanno presentato un documento contenente una serie di misure urgenti per rilanciare l’economia dopo il coronavirus. Il testo, a quanto riferito dai proponenti, è stato redatto dopo il rifiuto della Giunta di Maurizio Fugatti ad una condivisione trasversale dei provvedimenti per contrastare le crisi.

«Il documento - ha spiegato il capogruppo del Pd, Giorgio Tonini - prende le mosse dalla gravità della situazione economica. Questa sarà una crisi più dura di quella appena superata, e si stima che il Trentino perderà il 13% del Pil, per una cifra compresa tra i 350 e i 400 milioni del bilancio provinciale. Questi numeri significano imprese che chiudono, persone che perdono il lavoro, famiglie che vedono ridursi il reddito fino alla povertà».

Le proposte comprendono iniziative di carattere economico, sociali, con interventi di innovazione, sostegno al reddito e all’occupazione.


«Per fronteggiare la crisi che ci aspetta serviranno risorse pari almeno a un miliardo di euro, o più. Per questo pensiamo ad un fondo di garanzia provinciale a favore del sistema delle imprese, a cominciare da quelle che operano nei settori di maggiore difficoltà come il turismo e il commercio». Così il capogruppo del Patt in Consiglio provinciale di Trento, Ugo Rossi, in occasione della presentazione delle proposte per il rilancio dell’economia trentina elaborate dai capigruppo di minoranza di Pd, Patt, Movimento 5stelle, Upt e Futura.

Il fondo, a quanto precisato, dovrebbe coinvolgere anche investitori e risparmiatori locali, prevedere delle linee di investimento vincolate all’occupazione e un ammortizzazione sul lungo termine (25-30 anni).
Tra le proposte di carattere economico presentate da Rossi vi sono la sospensione del patto Milano, la richiesta allo Stato degli arretrati delle accise e l’allargamento delle maglie dell’indebitamento, oltre a un presidio diretto a Bruxelles per pretendere finanziamenti europei alle regioni.

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