Ghezzi all'attacco di Fugatti: indice di contagio, il Trentino peggio della Lombardia, ci spieghi

Peggio del Trentino, fa solo la Val d'Aosta, dove il contagio è arrivato da pochi giorni dopo una lunga fase di indennità. Ma il Trentino è al secondo posto dei "peggiori" per incidenza del contagio. Lo afferma il consigliere provinciale Paolo Ghezzi, che si rivolge direttamente a Fugatti per chiedere cosa sta succedendo. «IL #TRENTINO PEGGIO DELLA LOMBARDIA PER TASSO CONTAGI COVID2019italia. QUALI LE SPIEGAZIONI? Maurizio Fugatti, invece che dare un sacco di cifre confuse, cominci a indagare sull'incidenza cumulativa per 100mila abitanti: Trentino 614,68 casi, rispetto ai 544,71 della Lombardia».

Ghezzi attacca, mostrando i dati aggiornati dei contagi, che vedono il Trentino al secondo posto per numero dei contagi ogni 100 mila abitanti, dietro alla Val d'Aosta, ma davanti a Lombardia e Veneto. 

Ecco la tabella

 

Commenta Ghezzi con il testo della sua interrogazione: "Anche se il numero ufficiale dei decessi per Covid-19 in Trentino è certamente sottostimato (per ammissione pubblica delle stesse autorità sanitarie provinciali, per esempio, non vengono contabilizzati come morti per Covid-19 gli anziani ospiti deceduti senza aver fatto il tampone), secondo l'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità, la Provincia di Trento presenta il peggior dato in Italia dopo la Valle d'Aosta, peggiore dell'epicentro epidemico della Lombardia: il dato trentino dell'incidenza cumulativa per 100mila abitanti è di 614,68 casi, rispetto ai 544,71 della Lombardia, ai 407,85 dell'Emilia-Romagna, ai 351,67 della Provincia di Bolzano, ai 263,77 del Veneto, ai 163,51 del Friuli Venezia Giulia;
anche per quanto riguarda il rapporto tra il numero dei decessi e la popolazione residente, il dato della Provincia di Trento segnala, rispetto ai dati ufficiali di ieri, un'incidenza grave: lo 0,59 per mille, migliore della Lombardia (1,14) ma assai peggiore del Veneto (0,19) e peggiore anche della Provincia di Bolzano (0,42), per citare solo le Regioni confinanti;
il presidente della Provincia ha annunciato l'avvio della fase 2. Anche se l'angoscia, come la curva dell'aumento dei contagi, si è ridimensionata, certo non cancella il lutto e la commozione per tanti, troppi morti (318 a ieri e sappiamo che il numero ufficiale è inferiore alla realtà). Parliamo soprattutto di anziani che sono morti spesso in solitudine, nelle case di riposo, con assistenza necessariamente ridotta per le carenze del personale sociosanitario, contagiato in proporzioni preoccupanti;
passata la fase più acuta dell'emergenza è molto importante dedicare un'analisi attenta a comprendere le ragioni di questa pessima performance, sotto il profilo delle statistiche sanitarie, della Provincia di Trento rispetto alle altre Regioni italiane e alla Provincia autonoma di Bolzano;
la risposta a questo interrogativo è fondamentale per non ripetere gli errori segnalati da più parti in questi due mesi di emergenza: incertezze e oscillazioni nella gestione delle rsa, dei tamponi, delle priorità, delle indicazioni ai medici di famiglia; incertezze e oscillazioni che hanno sconcertato molte cittadine e molti cittadini e molti professionisti del sistema sanitario, a cominciare dal presidente dell'Ordine dei medici di Trento;


SI INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
E L'ASSESSORA ALLA SALUTE PER SAPERE


quale spiegazione - o quali diverse ipotesi di spiegazione - danno al pessimo dato dei 614 casi di contagio da Covid-19 ogni 100mila abitanti, indicato nel più recente rapporto dell'Istituto superiore di sanità (10 aprile 2020), un dato che colloca la Provincia di Trento al secondo posto in Italia dopo la Val d'Aosta, segnalando una situazione peggiore di quella della stessa Regione Lombardia, la più colpita nel Paese per numeri assoluti".


LA RISPOSTA DELLA LEGA: "I NUMERI? COLPA DEL TURISMO INVERNALE, MA NON E' IL MOMENTO DI POLEMIZZARE" DICE MORANDUZZO

La risposta "politica" della lega è affidata al consigliere provinciale Devid Moranduzzo. Il quale non ha cifre, non parla di dati, non risponde sulla situazione sanitaria. Ma accusa Ghezzi di disfattismo: secondo Moranduzzo, non bisogna fare domande. Testiualmente: «“Se un consigliere abruzzese avesse depositato un’interrogazione per sapere come mai nel 2009 le vittime per terremoto sono state maggiori in provincia dell'Aquila rispetto che nel resto d’Italia, pretendendo un’analisi approfondita di cause e concause mentre ancora si scavava tra le macerie, che cosa avreste pensato? E’ l’equivalente di quello che ha fatto oggi il consigliere provinciale Paolo Ghezzi verso la Giunta provinciale trentina. Come è evidente che le vittime per terremoto sono state in maggioranza all'Aquila perché è lì che il terremoto si è verificato, è evidente che il Trentino è tra le zone più colpite dall'emergenza coronavirus perché si trova esattamente tra le due Regioni dove l’epidemia, in Italia, è cominciata.

Non penso siano necessarie particolari analisi per capire che sia la sua posizione geografica, corridoio di transito delle merci tra il nord-est d’Italia e il Nord Europa, sia la sua vocazione al turismo invernale, l’abbiano purtroppo resa una zona estremamente propensa alla diffusione del virus. E’ inutile polemizzare, soprattutto in questo momento quando gli ospedali sono ancora sotto pressione e il numero dei morti viene aggiornato ogni giorno. Semmai pare incoraggiante notare come il numero di decessi rispetto ai casi riportati sia migliore di altre province, indice di una buona risposta della sanità trentina. Si auspicherebbe, da parte di tutti, compattezza e massimo sostegno per superare insieme questo drammatico momento che stiamo vivendo”». 

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