I sanitari contagiati? Sono 185 e l'Azienda Sanitaria pensa già a ripartire con le sale operatorie

Durante la quotidiana conferenza stampa di ieri della «task force» provinciale, è toccato al dottor Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda Sanitaria, entrare nel vivo dei temi clinici.

Per prima cosa ha parlato dei casi di sanitari contagiati: «Vi dò il dato aggiornato a poche ore fa dei dipendenti dell’Azienda. Abbiamo 185 contagiati, dei quali 23 medici, 145 operatori sanitari e 17 altri (amministrativi e tecnici). Di questi 185 pazienti, 2 sono in ventilazione invasiva, un altro è in ospedale, tutti gli altri sono tutti in domicilio».

Sono tanti o pochi? «Sui tamponi totali, sono il 5,95% che è una media molto al di sotto delle. Sono il 2,16 sui dipendenti Apss».

Per i medici di medicina di base e guardia medica e pediatri, e gli specialisti di ambulatorio, ha detto Bordon, «attualmente sono 25 queste figure colpite dalla malattia, di cui 4 in ospedale, 1 in ventilazione invasiva, 2 in semi-ventilazione e 1 in ricovero non in ventilazione».

È stato chiesto poi a Bordon a che punto siamo con una possibile nuova terapia con l’ozono? «Ne abbiamo parlato proprio ieri con i colleghi di Udine. L’Azienda - ha detto Bordon - segue tutte le possibili strade. Per l’ozono, è una possibilità che viene anche dalla Cina. E’ partita una sperimentazione italiana all’Università di Udine, eseguita su 36 pazienti con 35 indicazioni interessanti. C’è ora la disponibilità della rianimazione di Rovereto e anche del primario di Trento a entrare anche noi in questa pista, così come in quelle sui nuovi farmaci, sempre in contatto con Aifa e Istituto Supriore di sanità».

Quanti tamponi si sono fatti? «Abbiamo oggi 654 tamponi, ed è partita la produzione Cibio, fra pochi giorni avremo la possibilità di altri 3-400 tamponi; è in atto anche la sperimentazione dei test della Fondazione Mach per partire con gli esami dei tamponi. In settimana pensiamo di andare a regime con i 1500 tamponi al giorno che ci auspichiamo».

È vero che ci sono procedure per dare la precedenza - in rianimazione - ai giovani? «No - ha detto Bordon - assolutamente, non c’è alcuna selezione. Per due motivi: primo, in Trentino non abbiamo problemi di disponibilità. Abbiamo passato il picco di 79 posti occupati per oltre 100 posti disponibili. Non c’è mai stata da fare la scelta fra giovane e anziano. Non qui da noi».

Poi - ha detto Bordon - «c’è la valutazione del clinico, caso per caso, sulla metodica. Ma a prescindere dalla disponibilità dei posti. Il medico decide se arrivare all’intubazione o meno, ma è solo un criterio medico e di valutazione. Il nostro Comitato etico ha espresso una valutazione. È un tema su cui si riflette».

A Bordon è stato chiesto se sia vero che ci sono altre operazioni (ad esempio per tumore) che sono state bloccate? «Stiamo discutendo in questi giorni proprio della possibilità di una ripartenza della chirurgia. Abbiamo fermato tutto per dare gli anestesisti, tutti quelli disponibili, ai reparti Covid. Ma ora Trento e Rovereto garantiscono già a minimo regime gli altri interventi salva-vita. Però adesso pensiamo a ripertire. Dove e come? Stiamo ragionando. Il percorso - ha detto Bordon - fra Covid e non-Covid va mantenuto: non possiamo far rischiare i pazienti “puliti”. Ma pensiamo che dalla prossima settimana i due nostri ospedali possono ripartire; probabilmente un ospedale di valle potrà fare invece attività chirurgica elettiva elevata».

 

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