+++ALTRI 17 DECESSI DA COVID NELLE ULTIME 24 ORE+++

Il Trentino continua a pagare un pesante tributo al coronavirus. Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 17, che portano il totale delle vittime del virus in Trentino a 164. Un dato pesantemente negativo, ha sottolineato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.

Risulta anche il decesso di un ragazzo di 28 anni: è stato ricoverato fino al 22 marzo presso l’ospedale di Rovereto, ha spiegato Fugatti nel corso della consueta conferenza stampa sull’emergenza coronavirus, poi le sue condizioni sono migliorate ed è stato mandato a casa, per continuare le cure a domicilio. Oggi, purtroppo, è morto per embolia polmonare: «Non sappiamo ancora se questo decesso sia dovuto al Covid o meno, spetterà ai sanitari stabilirlo».

In tanta tristezza, emerge un segnale positivo, «un dato che ci rincuora»: i nuovi casi di contagio da coronavirus in Trentino nelle ultime 24 ore sono stati 45. Di questi sono 41 stati tamponati.
È il dato è più basso dal 13 marzo a questa parte.  Il totale dei contai sale a 2.574. «Ma voglio dire chiaramente ai trentini - ha ammonito il presidente della Provincia -  che l’emergenza non è finita: le previsioni ci dicono che dobbiamo tenere ancora, le prossime due settimane saranno importantissime per non vanificare i grandi sacrifici fatti fino ad oggi. Non è il momento di mollare sul rispetto delle regole».

Dei  contagiati, 1.406 sono a domicilio, 223 sono in casa di riposo, 146 in casa di cura, 354 sono ricoverati in ospedale, 8 in strutture intermedie e 80 in terapia intensiva.

I guariti sono 193.

Sono in calo anche gli accessi al pronto soccorso, mentre i pazienti in terapia intensiva sono 80, «un numero ancora sostenibile per le nostre strutture sanitarie».

Il dottor Antonio Ferro è intervenuto per fare il punto sulla situazione epidemiologica, a partire dalla questione dei tamponi.

«Noi abbiamo fatto circa 7.500 tamponi, ma il dato va inserito in un contesto con altri parametri: dipende dal numero dei tamponi, dalla tipologia delle persone su cui si fanno. Il l dato rilevante e che conferma il calo evidenziato oggi è la percentuale di tamponi positivi. Dal 20 al 25 marzo siamo arrivati a una percentuale del 60%, mentre il dato di oggi è dell’8%».

«Un altro dato relativo è quello degli accessi al pronto soccorso: siamo passati da un 70% di accessi quotidiani legati a patologie respiratorie a un 30%. Lo stesso per i trasporti eseguiti dal 118: nella settimana clou avevamo circa 160 trasporti al giorno, che adesso si sono dimezzati».

«Un altro dato interessante è quello della rete Influnet, che mostra come l’incidenza delle sindromi influenzali sia passata dal 6,9 della settimana precedente al 4,6 di questa settimana.

«L’ultimo dato che vi do è quello della sorveglianza,  grazie alla collaborazione con la medicina e la pediatria di famiglia: nella settimana dal 17 al 23 marzo, avevamo circa 1400 segnalazioni, così come nella settimana dal 24 al 30 marzo. Dunque la settimana scorsa dovremmo aver avuto circa 2.500 casi di sindromi influenzali, quindi di persone che in qualche modo sono state toccate dal coronavirus, perché in questo momento non abbiamo il virus influenzale. Queste sono persone che necessitano di un isolamento fiduciario. Quindi il messaggio forte è che se avete avuto una sindrome influenzale in questo periodo, molto probabilmente era dovuta al Covid-19».

«La situazione epidemiologica complessiva mostra segnali di luce, ma non significa che non dobbiamo aspettarci un peggioramento della mortalità: lo sviluppo della mortalità è 15/20 giorni dopo l’inizio dello sviluppo del contagio».

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