Il sindacato Nursing Up: "ai colleghi infermieri mancano le mascherine FFP3 promesse"

Il sindacato "Nursing Up" chiede vttenzione e aiuti al personale degli ospedali, e delle case di riposo per questa emergenza. Scrive il segretario Hoffer in un comunicato: "L'ultimo comunicato di Bordon parla dell'attivazione di 92 posti letto di terapia intensiva all'interno dell'Azienda sanitaria trentina, con la prospettiva di arrivare a 115 in breve tempo, ieri è stata attivata la 5° rianimazione al S. Chiara. La situazione lavorativa nelle terapie intensive è problematica e in quelle del S. Chiara è gravissima, per seguire questi pazienti è stato utilizzato il personale dell'Area Omogenea Vascolare e Cardiochirurgica, senza nessun tipo di addestramento e formazione preventiva, gettato nella mischia con un corsetto improvvisato di 4 ore, quando i tempi di addestramento e inserimento del personale infermieristico in unità operative così complesse e tecnologiche dura anche un anno".

Per Nursing Up: "Non solo, ma adesso l' infermiere esperto che prima seguiva di norma 2 pazienti alla volta, ora accade che ne dovrà seguirne 3, con l'aggravante nel contempo di accollarsi l'inserimento di colleghi inesperti. Così facendo l'Azienda sanitaria trentina ha messo in una situazione di rischio il professionale l'infermieristico ed a repentaglio la sicurezza delle cure nei confronti del paziente! Nonostante le continue rassicurazioni di Fugatti e Bordon a mezzo stampa, riceviamo decine di chiamate al giorno di colleghi che continuano a lamentare la mancanza dei dispositivi di sicurezza, carenti in tutta l'Azienda sanitaria trentina e nelle Apsp. In particolare nelle terapie intensive del S. Chiara e del S.M. del Carmine, ora sottoposte alla massima pressione, mancano le mascherine FFP3, quelle che garantiscono la massima protezione nelle pratiche invasive".

La conseguenza? "Sempre più colleghi si ammalano di infezione da Coronavirus, alcuni dei quali, seppur in presenza di sintomi influenzali o correlabili all'infezione, non sono stati nemmeno sottoposti al tampone, la cui positività certifica il riconoscimento di infortunio dall'INAIL. Quando tutto sarà terminato, l'enorme sforzo e sacrificio sostenuto dai nostri professionisti non dovrà essere dimenticato dalla politica, se ci avesse ascoltato di più in passato non saremmo certo in queste disastrose condizioni. Qualcuno dovrà poi rispondere del fatto che i nostri infermieri ed i nostri professionisti sanitari hanno dovuto operare senza adeguate protezioni individuali, facendo ammalare se stessi ed i nostri pazienti e subendo un enorme stress emotivo che produrrà i suoi danni nei mesi a venire, con la sindrome post-traumatica. Tutto cio' non dovrà più accadere, tutto cio' non avrebbe mai dovuto accadere in un paese civile" afferma Cesare Hoffer, Coordinatore Nursing up Trentino.

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