La giunta aumenta lo stipendio del dirigente sanitario Ruscitti, ira Cgil: "a infermieri e medici solo un grazie"

In piena emergenza coronavirus, considerate le accresciute funzioni e competenze, il presidente della giunta Fugatti ha aumentato a 130 mila mila euro all'anno lo stipendio del Dirigente del Dipartimento Salute e politiche sociali, Giancarlo Ruscitti. L'aumento è contenuto nella delibera del 13 marzo scorso, dopo che il 5 marzo il presidente Fugatti aveva portato la decisione in giunta provinciale la quale "valutata positivamente la proposta del Presidente ritiene di procedere con quanto sopra esposto, a decorrere dal 1° marzo 2020 (quindi con effetto retroattivo), demandando ad atto della Dirigente del Servizio per il personale la conseguente modifica del contratto individuale di lavoro sottoscritto con il dott. Ruscitti''. 

Perché la richiesta di Fugvatti? Noin sfugge a nessuno che Ruscitti è ormai una figura imprescindibile della sanità trentina, anche grazie alla vasta esperienza precedente (con Galan in Veneto, poi a capo dei direttori sanitaria di tutta Italia a Roma); ''Il Presidente della Provincia - recita la delibera - con nota di data 5 marzo 2020, in considerazione dell’ampliamento della sfera di operatività dell’incarico di dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali, che si è esteso ad ambiti di intervento di elevato livello strategico, quale ad esempio l’istituzione della Facoltà di medicina e i rapporti Euregio per lo sviluppo di progetti sanitari di interesse comune, propone un adeguamento della retribuzione complessiva da riconoscere al dott. Gianfranco Ruscitti a euro 130.000 annui lordi, attraverso l’attribuzione di una quota ad personam della retribuzione di posizione, in analogia con i dirigenti generali con più prolungata esperienza nell’incarico''.  

Durissimo l'attacco della Cgil: «Veniamo a conoscenza dell’aumento, a 130 mila euro, della retribuzione del dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali Giancarlo Ruscitti». Così Luigi Diaspro, segretario generale della Fp Cgil del Trentino, che prosegue: «Evidenziamo tutto il nostro stupore per i tempi e i modi con cui si è stabilito questo incentivo. Certo annotiamo che l’aumento può essere giustificato dalla fortissima pressione che l’emergenza sanitaria in atto esercita su tutto il comparto della sanità pubblica. Inoltre il dirigente aveva, nei mesi scorsi, acquisito ulteriori incarichi.
Tutto legittimo e sicuramente giustificato. Ma quale ingiustificata e inaccettabile distanza tra misure a favore di chi dirige e chi è in corsia e nella case di riposo. A partire dalla tempistica. Se c’è questa solerzia, questa tempestività nel riconoscere i grandi sforzi profusi da chi è ai vertici della catena di comando, questo non può portare a scordarsi di chi invece è in prima linea. Per chi ogni giorno affronta il Covid-19 bardato con dispositivi di protezione individuale non sempre adeguati, finora sono arrivati solo molti elogi e molta gratitudine, ma non si è mai parlato di un tangibile riconoscimento economico malgrado più volte sottolineato dalla Fp Cgil e non solo.

Solo a livello nazionale si sono stanziate risorse ma esclusivamente per implementare i fondi per gli straordinari e per compensare, con un bonus baby sitting, l’impossibilità per gli operatori sanitari di fruire dei congedi parentali straordinari previsti per tutti i lavoratori.
Nulla è si è mosso a livello provinciale. Per questo, se si valorizza l’impegno dei dirigenti, un segnale altrettanto importante va dato ai lavoratori che, altrimenti, al prossimo “siete i nostri eroi” potrebbero legittimamente sentirsi presi in giro.

Ricordiamo che le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata attendono il rinnovo del Ccnl da ormai tredici anni, mentre a livello provinciale è il momento di erogare senza se e senza ma l’una tantum di 5 milioni sul tavolo da anni, il cui utilizzo è ancora vincolato alla chiusura delle code contrattuali 2016/18 e che invece a questo punto andrebbe rapidamente erogata. Ma non solo. Occorre implementare speciali indennità ad hoc per tutte le professionalità in prima linea per l’emergenza Covid-19, dando maggiore sostanza agli elogi che sono gratis, a personale che si sta letteralmente ammazzando di lavoro e purtroppo ad alto rischio di contrarre il virus».
La delibera con la decisione di aumentare lo stipendio è dello scorso 13 marzo, ma vale retroattivamente dall’inizio del mese. La delibera giustifica l’aumento anche «in considerazione dell’ampliamento della sfera di operatività dell’incarico di dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali, che si è esteso ad ambiti di intervento di elevato livello strategico, quale ad esempio l’istituzione della Facoltà di medicina e i rapporti Euregio per lo sviluppo di progetti sanitari di interesse comune».

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