Epidemia, le minoranze attaccano Zeni e Coppola: "Serve un monitoraggio continuo degli operatori di ospedali e Rsa"

Serve un «monitoraggio puntuale e costante su tutti coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di riposo, poiché possono essere una fonte di contagio molto pericolosa». Le opposizioni in consiglio provinciale chiedono alla Giunta chiarezza sulla situazione negli ospedali e nelle rsa del Trentino. Il consigliere Luca Zeni (Pd), ricorda gli appelli dell’Ordine dei medici, quello delle professioni infermieristiche, quello dei sindacati sanitari, oltre che numerose segnalazioni che riportano di un insufficiente monitoraggio, oltre che diversi giorni di attesa tra l’effettuazione dei pochi tamponi effettuati ed il risultato.

«Accanto ai sanitari, l’altra chiave di volta è rappresentata da tutti coloro che presentano sintomi e che non sono controllati dal sistema sanitario. Sono ormai innumerevoli le segnalazioni di persone appartenenti a fasce di età ‘non a rischiò che, presentando sintomi come febbre o dolori di tipo influenzale, chiamano ai numeri indicati ma come risposta ricevono soltanto l’indicazione di richiamare in caso di peggioramento e di problemi respiratori», scrive Zeni in una interrogazione.
Anche Lucia Coppola (Futura), interviene con una interrogazione, concentrandosi sulla situazione nella rsa, dove - secondo i dati forniti dal dottor Enrico Nava dell’Apps, vi sono 384 casi di ospiti contagiati da Covid 19. Inoltre, lo ha spiegato il dg Paolo Bordon, «nelle rsa ci sono forti difficoltà. In certi casi c’è anche un’assenza del 50% del personale dedicato».
Per questi pazienti, per lo più avanti con gli anni, scrive Coppola nell’atto ispettivo, «sembra essere precluso, di fatto, l’accesso ai posti in rianimazione, assicurando l’assistenza respiratoria ed altre cure. Non si capisce, ad esempio, perché vengano conteggiate fra le persone curate a domicilio: è vero che la rsa è l’attuale domicilio, ma costoro sono lì spesso perché i propri familiari non possono (o non sono più in grado) di occuparsene, insomma una residenza non equiparabile a quella che riguarda le altre persone. Mi sembra di capire che chi è in casa di riposo rimane in casa di riposo e muore lì soffocato. Se è così è intollerabile. Si sta scegliendo chi va curato e chi va abbandonato. Ma chi è che lo decide? Esiste una delibera del comitato etico?», si chiede la consigliera di Futura.
 
 
 
 
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