Virus, i bambini sono più al sicuro Case di riposo, stop alla visite per chi viene dalle zone infette

E’ molto probabile che il Coronavirus sia già stato portato in Trentino, magari da chi è venuto in settimana bianca, visto che a Codogno è in circolazione da un mesetto (incubazione 21 giorni), ma va evitato il panico. Lo spiega bene il dottor Alessandro Greco, responsabile sanitario della Casa di riposo Santa Maria di Cles, in un messaggio audio a tutto il personale, che viene fatto circolare in questo ore nelle case di riposo trentine.

Le case di riposo infatti possono essere luoghi più a rischio perché gli ospiti sono anziani e magari con altre patologie. Le persone morte in italia fino ad ora, infatti, sono tutte anziane.
Proprio oggi in Provincia è stata organizzata una riunione con tutti i vertici delle case di riposo per affrontare la situazione.

«Virus cugino della Sars che in Cina sta facendo abbastanza danni, - spiega Greco - la sua virulenza è paragonabile all’influenza e la mortalità è molto bassa fuori dalla Cina parliamo allo 0,3%. Noi europei siamo un po’ più protetti rispetto agli asiatici. Questo vuol dire che pochissime persone contagiate rischiano la vita: il 20% a contatto sviluppano polmonite e di queste solo il 25%, quindi su 20 persone 4, rischiano di finire in terapia intensiva».

La conclusione è che il 95% dei contagiati ne usciranno in maniera benigna: «Non è dunque che se lo prendiamo muoriamo domani. Si svilupperà quello che sembra raffreddore e influenza o poco più. Chi rischia sono persone anziane e immunodepresse».

Il dato confortante è che: «Più al sicuro sono i bambini. Ad oggi non c’è alcun caso di bambino finito in terapia infettiva. Come per le malattie esantematiche che si sviluppano nell’infanzia reagiscono in maniera diversa hanno manifestazioni più blande, come per il morbillo se preso da bambino o da adulto».

«Tra un mesetto o due superato il picco - sottolinea il dottor Greco - l’Oms prevede nel mese prossimo la malattia possa stabilizzarsi con quadro più blando».

COSA FARE NELLE CASE DI RIPOSO:

- Le mascherine in dotazione ai servizi sanitari non servono a nulla. Virus è più piccolo.
Riducono però rischio che persona che ha il virus possa trasmetterlo ad altri.

- Soluzioni alcoliche per qualsiasi superficie, lavarsi bene mani.

- Non esiste terapia di routine per trattare malattia.

- Possiamo usare integratori vitamina A, C e D perché aumentando difese immunitarie è probabile supportare in maniera più ottimale l’infezione.

- I parenti non vadano a trovare ospiti case di riposo in questi giorni se non perfettamente in salute.

- Le persone che vengono dalle "zone rosse" di Lombardia o Veneto, ovvero dove si sono registrati i contagi, non entrino in case di riposo per ridurre rischio di ulteriore contagio.

- Andare in giro il meno possibile evitando spostamenti fuori provincia.

 

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