Molestò due ragazze sul bus a Gardolo, ora Trentino Trasporti vuole essere parte civile al processo

La Giunta provinciale di Trento invita Trentino Trasporti a esporre il danno all’immagine sulla sicurezza del trasporto pubblico a fronte di un caso di molestie a bordo di un bus.

«Potrebbe essere un caso pilota - sottolinea il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti - e in ogni caso anche se tecnicamente non dovesse avere un esito positivo, riteniamo doveroso far passare il messaggio che i mezzi di trasporto rappresentano un luogo frequentato tutti i giorni da cittadini e studenti - sono oltre 45.000 i ragazzi che viaggiano quotidianamente sui servizi di linea - da tutelare sotto ogni profilo, rispetto a chi sui mezzi non si attenga a regole di buona cittadinanza, decoro e, nei casi più gravi, arrivi a compiere reati».

«Abbiamo attivato le telecamere su tutti i bus urbani - aggiunge Fugatti - perché il trasporto rappresenta un servizio universale, per lo più utilizzato da utenza “debole”, giovani in particolare. La percezione dell’utenza deve restare quella di un servizio regolare e sicuro sotto tutti i profili».

PARTE CIVILE, Sì o NO? "La notizia è ovviamente da salutare con interesse" ci spiega il segretario della Filt-Cils del Trentino, Massimo Mazzurana. "Ricordiamo che la costituzione di parte civile da parte della società è già in vigore da anni, ed è automatica in caso di lesioni o danneggiamenti al personale ed ai mezzi". In questo caso, quindi, si tratterebbe di estendere la costituzione di parte civile anche per molestie nei riguardi dei passeggeri. Ma non è così semplice: è il giudice - in questo caso - che deve stabilire se ammettere Trentino Trasporti in giudizio. La società deve per questo dimostrare che ha subito un danno dal fatto che un passeggero ha molestato due ragazze a bordo dell'autobus.

IL "PULSANTE ROSSO" D'ALLARME  installato a maggio sugli autobus urbani di Trento, il famoso "pulsante rosso" di allarme istantaneo a bordo degli autobus urbani è stato salutato come la soluzione ai problemi di incolumità degli autisti. Ma come sta andando? "In realtà è attivo solo da pochi mesi - ci spiega Mazzurana della Fit Cisl - e dati ufficiali non ne abbiamo ancora. Ma comunque si tratta di pochissimi casi, sporadici". Insomma: in sette mesi, il pulsante di allarme sarebbe stato usato solo un paio di volte. 

 

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